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Tassista aggredito alla stagione. I colleghi: «E’ sempre peggio»

I commenti degli altri conducenti (e.t.) Il grave episodio di violenza ai danni di un tassista, appena fuori dalla stazione San Giovanni, ha fatto scattare un allarme sicurezza in una zona che, troppo spesso, balza agli onori della cronaca per fatti di delinquenza. Abbiamo interpellato alcuni colleghi dell’aggredito che vivono quotidianamente la zona della stazione, i suoi pericoli e le sue insidie, riscontrando preoccupazione ma anche consapevolezza di svolgere un lavoro particolarmente soggetto a tali rischi. Franco Priolo descrive una situazione decisamente poco rassicurante: «Ogni anno che passa, è sempre peggio. I controlli ci sono, ma non possono coprire la zona 24 ore su 24». Il tassista, in particolare, mostra «apprensione per la gente che frequenta la ferrovia, soprattutto per i barboni che ci dormono la notte». Roberto Ruggeri conferma, chiedendosi «per quale motivo le forze dell’ordine non intervengano in maniera decisa per mandare via questi senzatetto». Prosegue, inoltre, raccontandoci dello stato dei bagni «che versano in condizioni pessime e, ogni volta che vi si entra, c’è da aver paura» e del fatto che i controlli vanno «assolutamente rafforzati» quantomeno per scoraggiare le iniziative dei malintenzionati che frequentano Como San Giovanni. Dimostra coraggio e grande coscienza della realtà odierna Erika Zanibellato, che afferma di «non sentirsi in pericolo mentre svolge il suo lavoro». La tassista ci offre una riflessione generale sull’attività del tassista: «È ovvio che, avendo a che fare con moltissima gente, ci sono più probabilità di imbattersi in delinquenti che sono alla ricerca dell’occasione giusta per rubare. Non per questo ho paura quando raccolgo un cliente e lo porto in giro per la città». Sulla situazione della stazione, pur dimostrandosi d’accordo con i suoi colleghi che lamentano una certa scarsezza di controlli da parte delle autorità competenti, sostiene come quello dei senzatetto sia un problema relativo: «Quelli che dormono all’interno della stazione non danno noie, anzi, hanno rispetto di noi che lavoriamo. Al massimo litigano fra loro». Il vero allarme, prosegue, scatta «quando vediamo gente nuova, di passaggio. Lì c’è da preoccuparsi». Insomma, la vita del tassista, e in particolar modo di chi attende clienti alla stazione, non è esattamente all’insegna della sicurezza, ma maggiore tutela e misure di sicurezza più efficienti sono la base per potergli garantire di svolgere con meno ansia il suo lavoro, soprattutto nelle ore serali.

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