I parchi pubblici non riescono a uscire dal degrado

La città che non cambia Situazione sempre molto critica nelle aree verdi del capoluogo Alla vista di taccuino e macchina fotografica, c’è sempre almeno una mamma, un nonno o un pensionato che si avvicina spontaneamente. «Ditelo, questo è proprio un bel parco. Peccato che sia lasciato andare. Basterebbe poco». Una scena che si ripete identica dai quartieri periferici al centro città. Perché il problema dello stato di abbandono dei parchi pubblici a Como non è certo una novità, ma la situazione peggiora di anno in anno, acuita dalla ormai cronica mancanza di risorse persino per la manutenzione ordinaria. Un esempio su tutti: il taglio dell’erba. Nell’elenco degli interventi di manutenzione, è indubbiamente il primo che viene in mente. È un passaggio quasi scontato, anche se nella realtà dei fatti proprio scontato non pare. E per rendersene conto è bastato fare, ieri, un giro in alcuni dei giardini pubblici del capoluogo. Il parco Negretti, ad esempio, era più simile a una foresta che a un’area verde cittadina. Lo stesso si può dire per via Italia Libera e viale Lecco. In via Leoni il prato era invece appena stato tagliato. «Finalmente sono venuti ieri – si è affrettata a precisare una frequentatrice abituale – Non tagliavano l’erba da tempo». Identico scenario, con identica considerazione, in via Anzani. Strettamente collegato, restando in tema di ordine e manutenzione, c’è il capitolo della pulizia dei cestini e, più in generale, dei prati e degli spazi verdi. In questo caso, fatta eccezione per i rari casi di mancata rimozione dei sacchi pieni di rifiuti, il problema è da imputare più alla maleducazione degli utenti che a qualsiasi colpa dell’amministrazione pubblica. Qualche esempio anche in questo caso basta a rendere un’idea della situazione: un sacco nero pieno di immondizia abbandonato a terra, in un angolo, in via Italia Libera; cartoni della pizza e bottiglie di vetro lasciate vicino a un cestino nel parco Negretti; contenitori vuoti e cartacce sparse a terra un po’ ovunque. A questo si aggiungono le innumerevoli scritte e i graffiti presenti ovunque. Per citare un caso paradossale andiamo a Rebbio: il Comune ha piazzato un pannello con le regole di utilizzo del parco e un invito a rispettare e tenere pulito uno spazio che appartiene a tutti. Sullo stesso cartello, il teppista di turno ha pensato bene di scrivere parole in libertà con un indelebile nero. Tornando alla manutenzione, è innegabile nella maggior parte dei parchi pubblici la resa degli amministratori. Panchine rotte, porfido sconnesso, sollevato o mancante del tutto e cestini divelti sono una costante nei giardinetti di Como. In via Leoni, da anni si richiamava l’attenzione sulla pericolosità del terreno del campetto di calcio e soprattutto delle porte pericolanti. Alla fine, un intervento è stato fatto: le porte sono state rimosse del tutto. Capitolo giochi, per concludere. I giardini pubblici, in primis, sono sempre stati e dovrebbero essere uno spazio destinato al divertimento dei più piccoli. In alcuni parchi, però, scivoli e altalene sono soltanto un ricordo. In via Leoni, ad esempio, è rimasto uno scivolo non adatto agli utenti più piccoli e un unico “dondolino”. Accanto, un secondo gioco analogo è stato rimosso da tempo e mai sostituito. «Qualche giostrina in più non stonerebbe», invocano all’unisono mamme e nonni presenti. Un quadro che si ripete anche in altri parchi. Dove i giochi non mancano invece, come a Rebbio, in via Negretti, sono pressoché inutilizzabili, soprattutto per i più piccoli, a causa come detto dell’erba alta. Una nota di colore, per chiudere. In mezzo a genitori e nonni che si lamentano per lo stato di degrado e abbandono dei giardini pubblici, ci sono invece gruppi di adolescenti che non fanno troppo caso all’incuria e si danno appuntamento in luoghi tipicamente frequentati dagli under 12. Ieri, ad esempio, una comitiva di giovanissimi era riunita all’ombra in un angolo del parco di via Vittorio Emanuele. In via Leoni, invece, una giovane innamorata aveva appeso uno striscione con parole dolci e cuoricini per il suo bello. Anna Campaniello