Andrea Comalini

L’AUTORE Andrea Comalini, studioso dell’Alto Lario Andrea Comalini è nato a Gravedona nel 1974 e si è laureato in Storia dell’Arte all’Università Statale di Milano. Ha inoltre conseguito un master in Servizi Educativi del Patrimonio Artistico, dei Musei Storici e di Arti Visive alla Cattolica. Ricercatore, si occupa particolarmente di pittori, plasticatori e intagliatori tra Cinque e Settecento. Ha pubblicato il volume La chiesa dei Ss. Eusebio e Vittore di Peglio (Como, 2004) e contributi di carattere storico-artistico con attribuzioni di opere d’arte su varie riviste, tra cui Altolariana. Recente la sua assegnazione a Giovanni Baglione di una tela conservata nell’oratorio di San Michele di Gravedona e a Giovanni Luigi Valesio, allievo dei Carracci, di una pala d’altare nella parrocchiale di San Vincenzo. L’OPERA Due prospettive per un unico sguardo Lorenzo Morandotti Si nutre di contrasti la vita del mondo, la cui possibilità di sopravvivenza è data – per Dostoevskij – solo nell’ambito della bellezza. A volte si tende all’equilibrio, fino a raggiungerlo. E allora le asperità si smussano, si arrotondano. Ma si rischia il grigio. Elegante, sì, quanto monotono. Per alcuni, sinonimo di noia. Altre volte, aspetti apparentemente lontani si completano a vicenda. E allora, a distanza, vedi più chiaro. Smettiamo i panni aulici e diciamola un po’ più prosaicamente: avete sofferto il primo sole? L’anticipo d’estate è per voi particolarmente torrido? Vi si è guastato il condizionatore? A darvi un po’ di refrigerio pensa Andrea Comalini, studioso d’arte gravedonese, con Snowfall, uno degli scatti di ambito lariano che ha voluto regalare alla nostra ormai affollata galleria e che rappresenta una bella nevicata in alto lago. Il gioco evidente, quasi banale, è nel contrasto fra due stagioni inconciliabili, ma solo in apparenza perché l’una è necessaria all’altra, in un ciclo che tende appunto all’equilibrio. Due mondi apparentemente lontani disegnano anche, in una sintesi di unità, il mondo creativo di Comalini. Che fa venire in mente un celebre passo de L’artefice dell’argentino Jorge Luis Borges, Recita così: «Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni, popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di pesci, di case, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto». Avviene, appunto, anche in Comalini: che ha la vocazione – ampiamente documentata da importanti attribuzioni pittoriche – per la storia dell’arte, con una conoscenza capillare del nostro territorio e delle sue voci. Del Lario Andrea ama però anche documentare fotograficamente il paesaggio nelle più varie situazioni climatiche, impeccabile nella tecnica e nella precisione dello sguardo come è abituato a esercitarlo quando fa filologia d’autore. Ha visto giusto, quindi, l’autorevole sito della rivista “Vogue” a ospitare regolarmente i suoi portfolio. Quello che ora offre a “Lario ad Arte” è naturalmente tutto declinato in chiave comasca. Come ama ripetere, con la fotocamera Andrea indaga la realtà «facendo propria l’intuizione vasariana espressa nel motto “svegliando l’animo di molti a belle imprese”». Sulla scorta autorevolissima di un padre nobile degli studi sull’arte come il Vasari, ecco quindi un chiaro invito all’«impresa», tutt’altro che agevole ma quantomai necessaria, di preservare l’opera suprema, il paesaggio. GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria)