L’AUTORE Marco Besana, dialogo fra le arti Marco Besana è nato a Como nel 1974. Fin dall’adolescenza si è dedicato da autodidatta alla sua grande passione, la fotografia. Nella seconda metà degli anni Duemila ha iniziato a esporre coltivando anche la commistione tra diversi linguaggi. Ha infatti collaborato attivamente con alcuni pittori e architetti lombardi. Tra i suoi progetti, un’antologia in progress in cui ritrae gli studi degli artisti più affermati della scena regionale. Il suo sito è L’OPERA La Cattedrale si veste di un arancio apocalittico Una prospettiva bifronte. Ambigua e ipnotica. Un dialogo tra natura e artificio, tra spirito e materia. In apparenza semplice, in realtà sofisticato. E anche un’ardita versione prospettica di un monumento d’inesauribile potenza, simbolica e artistica insieme. Tutto questo è l’opera Duomo Como di Marco Besana, realizzata nel 2007. È un nuovo invito da parte della nostra galleria in progress Lario ad Arte a condividere i tesori dell’architettura locale e a prendersene cura in modo non oleografico. Questo è uno dei percorsi che nel dialogo con gli artisti cerchiamo ogni settimana di verificare e di proseguire, anche con il vostro aiuto: mandateci critiche e consigli. L’autore, comasco, ha da tempo la passione dei monumenti come documenta un recente progetto dal titolo Comorfosi che ha condiviso con un altro artista che presto vedremo protagonista di questo spazio consacrato alla creatività contemporanea, Matteo Galvano. Il titolo vuole sottolineare appunto le “metamorfosi” del tessuto urbano rese possibili dalla mano degli artisti. In questo caso Besana ha scattato una foto al Duomo, l’ha sottoposta a inversione cromatica e ridotta a monocromia, stabilendo con il forte slancio verticale e con il particolare taglio una netta divisione tra due mondi: da un lato quello dello spirito simboleggiato dalle nuvole e dall’altro quello della pietra viva dell’edificio che simboleggia a sua volta la materia. I due poli entro cui si dibatte l’umana avventura, e di cui la Chiesa è incarnazione storica. Evitando facili accostamenti al clima di smarrimento suscitato dall’abdicazione del Papa (la foto Ansa del fulmine su San Pietro ha fatto già dire abbastanza), questo Duomo arancione evoca piuttosto le pagine di Carlo Emilio Gadda sul rogo della cupola del 27 settembre 1935, evento a suo modo apocalittico raccontato in un articolo del “Gran Lombardo” sulla “Gazzetta del popolo” che ora Adelphi ha riproposto nella raccolta di saggi e brevi prose Verso la Certosa (pp. 247, 19 euro). Ancora più radicale è il percorso che porta Besana a confrontarsi con il tema del ritratto: «La frontiera tra fotografia pura e arte digitale oggi è sempre più vicina – commenta Besana – Tanti ormai sono i fotografi che hanno attraversato il confine della manipolazione in postproduzione. Oggi non è più necessario uscire di casa per fotografare: un collegamento a Internet, un monitor hd e una macchina fotografica digitale mi permettono di scattare immagini a personaggi famosi durante interviste pubblicate su YouTube. Il risultato: ritratti ispirati a quelli che negli anni ’60 Gerhard Richter dipinse prendendo come soggetti alcuni scatti fatti a conoscenti, trasportati in formato polaroid e manipolati in postproduzione. Una fotografia senza tempo, che può ritrarre idoli mondiali scomparsi da anni, rendendoli sempre attuali». GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria)
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