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L’ex presidente dello Yemen, Saleh, ora sogna il Lario

L’esilio dorato Il fascino del Lago di Como non conosce confini. E così succede che chi ha guidato per 33 anni lo Yemen, e rischiato grosso durante la “Primavera araba”, sogni ora un esilio dorato sul Lario. È Ali Abdullah Saleh, ex presidente dello Yemen, ma tuttora talmente potente da riuscire a sopprimere la rivolta e barattare poi la sua “discesa” dal trono con l’immunità. Saleh è stato ferito seriamente durante un assalto al suo quartier generale di Sana’a il 3 giugno del 2011. Era stato ricoverato in Arabia Saudita e operato in un ospedale militare mentre venivano avviate le procedure di passaggio dei poteri all’ex vicepresidente Abed Rabbo Mansour Hadi. Ora l’ex presidente yemenita Saleh potrebbe scegliere una convalescenza tranquilla proprio sul Lago di Como. Perché proprio il Lario? Perché Saleh è già stato sul lago per una breve vacanza durante la quale ha incontrato, lontano da occhi indiscreti, l’ex ministro della Difesa saudita Sultan bin Abdulaziz. La notizia è stata riportata nei giorni scorsi dal quotidiano “La Repubblica”, mentre le notizie della sua partenza imminente sono state lanciate dalle agenzie di stampa Associated Press e France Presse. L’ex uomo forte dello Stato posto all’estremità meridionale della Penisola araba aveva ottenuto nei giorni scorsi anche un visto dall’Italia finalizzato alle cure mediche. Cure mediche o esilio dorato? La notizia è rimbalzata immediatamente sui giornali arabi. Roma, infatti, aveva accolto immediatamente la richiesta di asilo, a differenza di altri Paesi occidentali. La famiglia di Saleh propenderebbe però per una permanenza di Ali Abdullah in Arabia Saudita. E non si tratta di una famiglia qualsiasi, dato che il figlio è stato, fino a pochi mesi fa, il comandante della guardia presidenziale, il fratellastro comanda le forze armate yemenite e il clan di Saleh è ancora il più potente del Paese. Proprio il clan di Saleh teme che, durante il suo soggiorno sul Lago di Como, l’ex presidente potrebbe essere incriminato per violazione dei diritti umani durante la rivolta del 2011. La partita è però ancora aperta. L’arrivo dell’arabo in Italia potrebbe volere dire anche ottimi affari per l’economia nazionale. Le imprese italiane vorrebbero infatti partecipare alla realizzazione dei nuovi impianti di desanilizzazione delle acque che nel futuro disseteranno lo Yemen. Paolo Annoni

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