Salita Peltrera a Como: viaggio nel paradiso che diventa inferno

Dal terrazzo della casa, la vista è mozzafiato. Como, il Duomo a svettare sopra tutto, il lago ieri calmissimo e d’un blu che incanta. E, sulla sfondo, il Baradello. Un paradiso vero, per chi ha la fortuna, come chi abita in Salita Peltrera, di alzare ogni giorno le tapparelle e guardare fuori dalla finestra. La stessa fortuna che ha Andrea Riva, 23 anni, che qui abita. Ma appena lo sguardo si sposta sulla destra, poco sopra la sua abitazione, ecco il problema. Non una cosa piccola, ma un colosso di più piani, con almeno dieci appartamenti, completamente dismesso e disabitato da tempo. Anzi, disabitato non lo è proprio, visto che nell’arco di pochi minuti, dalle finestre spuntano più volte ombre incappucciate a guardarci e a sorvegliarci. Clandestini, abitanti abusivi di quel paradiso con vista lago. Stabile in cui, la notte tra lunedì e martedì, è stato arrestato l’uomo poi riconosciuto dalla vittima della rapina e, per questo, finito al Bassone. «Mia madre conosce bene la signora rapinata – dice Andrea – Ci ha chiamato lei, questa mattina, alle 7.30 per dire cosa era successo. Era spaventatissima, faceva fatica a parlare, poi è andata in ospedale a farsi visitare». Non sono passaggi rari, da queste parti, quelle dei ladri. «La stessa signora vittima della rapina mi pare fosse già stata derubata – continua Andrea – E pure la famiglia che abita sotto di me». Anche in quel caso le forze dell’ordine riuscirono ad arrestare il responsabile, e anche in quel caso proveniva dalla casa abbandonata che troneggia su tutto e tutti». «Vedete queste impronte sulla porta – dice il nostro “Virgilio” nell’inferno di Salita Peltrera, indicando un cancelletto verde che divide casa sua dallo stabile in questione – Le hanno lasciate loro scavalcando per scappare. Io alla sera ho paura». E c’è anche chi parla di una casa di proprietà di una famiglia che viene qui solo in vacanza dove ogni tanto, all’interno, compaiono luci accese. A inizio settembre, tutti gli abitanti di Salita Peltrera firmarono un esposto per denunciare la situazione. Lettera depositata in Comune, Questura e Prefettura. E in effetti polizia e carabinieri qui passano spesso, e con risultati come sgomberi e denunce. Ma, come è ben possibile intuire, poco cambia e i clandestini individuati oggi si moltiplicano nei giorni successivi. «Siamo esasperati – dice un’altra donna, Katia Mori, nel tornare a casa – Ho figli giovani e quando tornano a casa alla sera, stiamo al telefono per tutto questo tratto di strada». Perché ormai, e nonostante il panorama mozzafiato, qui ci si organizza come si può. Dandosi una mano, uno con l’altro, tenendo l’occhio fisso su quella casa che non fa dormire sonni tranquilli. Mauro Peverelli