Fabrizio Musa

L’AUTORE Dalla Pop Art allo scanner “creativo” Fabrizio Musa (nella foto, click per ingrandirla) è nato a Como nel 1971 e vive e lavora tra la sua città e New York. Il suo esordio risale alla seconda metà degli anni Novanta. Partito rivisitando i maestri della Pop Art, ha nel corso del suo cammino artistico sperimentato accanto alle tecniche pittoriche più tradizionali le nuove tecnologie, arrivando a postulare un’originale declinazione delle immagini acquisite tramite computer: la “Scanner Art”. Utilizzando lo scanner, trasforma le foto in file di testo, riducendo la definizione dell’immagine che poi reinterpreta manualmente con il pennello. L’OPERA L’architettura che vibra di luce propria Il patrimonio architettonico dei comaschi è un’eredità collettiva che ha radici antiche, nell’opera degli “artisti dei laghi” noti in tutta Europa. È irripetibile, e per fortuna ci sono pittori che sanno valorizzarlo nei loro dipinti e ne segnalano l’importanza ai contemporanei. Non certo per mero campanilismo, ma perché ne colgono le vibrazioni, ne interrogano le pietre, i profili, le luci e le ombre proiettate sul destino del tessuto urbano come sfide incessanti al tempo e alla storia. Uno dei maestri contemporanei che esplorano questi territori è senza dubbio Fabrizio Musa, che nel corso degli anni ha affinato lo sguardo spaziando dal cinema (celebri le sue incursioni nella filmografia dell’immenso Stanley Kubrick) fino alle architetture del Razionalismo (un omaggio a Giuseppe Terragni è in corso al Museo d’arte contemporanea di Foligno). Interessante è il percorso che porta a queste condensazioni pittoriche: Musa forse si ispira al procedimento stesso della visione (luce che colpisce i fotorecettori e stimola le sinapsi fino al cervello), e infatti dall’immagine fotografica (a sua volta realizzata traducendo il mondo “analogico” in sequenze di numeri nel dominio digitale) attraverso il computer riduce l’icona all’osso, per farla poi tornare a galla, sulla superficie di una tela o di una tavola, attraverso il gesto concreto, a volte materico e cromatico, della pittura. L’opera che pubblichiamo è un acrilico su tavola di compensato ed è un omaggio al Tempio Voltiano ai giardini a lago. Fa parte di un ciclo che, dialogando con visioni newyorkesi, è esposto allo spazio Blendage di Appiano in via Diaz 3/5 nella personale “Superpop” fino al prossimo 25 novembre. Dall’8 dicembre al 6 gennaio Musa terrà una personale a Bormio. GALLERIA (clicca su una immagine per visitare la Galleria) JoomlaWorks “Simple Image Gallery Pro” Plugin (v2.5.7) starts here View the embedded image gallery online at: JoomlaWorks “Simple Image Gallery Pro” Plugin (v2.5.7) ends here