«La Tangenziale farà respirare Como»

«La Tangenziale farà respirare Como»

Sabato 29 Settembre 2012 Lombardo: «Cambierà la vita di intere zone». Ma niente secondo lotto L’opera, giorno dopo giorno, prende forma. Quasi come un artiglio di cemento, che, dall’uscita di Grandate della A9, si allunga fino alla zona dell’Acquanegra, ad Albate (ma non, come previsto originariamente, fino ad Albese con Cassano). È la Tangenziale di Como, almeno nei suoi primi 3 chilometri. «Ed entro 18 mesi sarà pronta», garantisce il presidente della società Pedemontana, Maurizio Lombardo. Il quale, da comasco, guarda alla “creatura” con un occhio particolare. Architetto Lombardo, a che punto siamo con i lavori? «I lavori procedono, sono sotto gli occhi di tutti. E contiamo di rispettare il cronoprogramma, quindi di terminare il cantiere entro i 18 mesi previsti». Negli ultimi giorni erano circolate notizie allarmanti circa il piano finanziario dell’opera-madre, la Pedemontana. Sulla Tangenziale di Como come stanno le cose? «Innanzitutto vorrei precisare la questione sulla Pedemontana. Non c’è alcun allarme particolare sulla prosecuzione dei lavori, i capitali ci sono. Il problema, semmai, è che il credito, per un’opera che si finanzia in gran parte con fondi privati, è sempre più caro. E incide. Ma i piani finanziari si possono anche cambiare, senza che questo significhi che la Pedemontana si bloccherà». Il problema finanziario, però, ha colpito anche la Tangenziale di Como, per la quale di fatto non esiste ancora un’ipotesi concreta di completamento con il secondo lotto. «I costi per il tratto dall’Acquanegra ad Albese erano raddoppiati per difficoltà tecniche (da 470 milioni si era passati a 800, ndr). Era impensabile spendere quella cifra. Ad oggi, purtroppo, non ci sono novità ma soltanto ipotesi progettuali (una messa a punto dalla Provincia, l’altra da Infrastrutture Lombarde, ndr)». Un altro punto critico della nuova Tangenziale è l’introduzione del pedaggio, che per i 3 chilometri del primo lotto ha suscitato qualche polemica. «Capisco che ogni esborso dia fastidio. Ma quanto costa, oggi, a ognuno di noi, agli artigiani, agli imprenditori, restare fermi e improduttivi negli ingorghi della città di Como? Migliaia di euro ogni giorno. Quindi io credo che pagare un pedaggio, ipotizziamo di un euro (le previsioni parlavano di 50 centesimi, ndr) sia un sacrificio ripagato dai tempi di percorrenza più veloci, dall’evitare lo stress degli ingorghi e dall’avere orari più certi». Ma quali sono i benefici concreti che i comaschi devono attendersi una volta che il primo lotto sarà finito? «Basta pensare a quanto traffico di puro attraversamento della viabilità ordinaria sarà drenato all’esterno grazie alla nuova autostrada. Vie come la Pasquale Paoli e la Canturina, o un quartiere come Camerlata, trarranno enormi benefici dall’apertura della Tangenziale. Senza contare che con le opere connesse, l’Oltrecolle si collegherà con la Milano-Como in 5 minuti». Da alcuni comitati civici, e da una parte del mondo ambientalista, però, si leva una critica precisa: le grandi opere come la Tangenziale di Como, oltre a fare danni all’ambiente, in realtà non tolgono traffico dalle città ma ne attirano di nuovo. Come replica? «Che non è vero. L’obiettivo di opere come la Tangenziale è decongestionare Como, e sarà così. Tra l’altro, credo sia evidente a tutti che tante auto ferme per ore in colonna sono più dannose del traffico veloce all’esterno della città. Inoltre, l’intera opera Pedemontana prevede come mitigazione ambientale la realizzazione di una “green way” ciclopedonale nel verde lunga 100 chilometri e la messa a dimora di un milione di piante. Un’ultima cosa: Pedemontana, con tutti i suoi cantieri, dà lavoro a 4mila persone. Anche questo dovrebbe far riflettere». Emanuele Caso