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Attraversare Como alle 8: un calvario. Senza sosta

Sabato 29 Settembre 2012 Viabilità – il reportage Da via Paoli a Villa Olmo: 47 minuti a passo d’uomo. Il parcheggio? Un miraggio Poco più di 8 chilometri, ma letteralmente funestati da rallentamenti e ingorghi a singhiozzo. È la mattina tipo di un automobilista che si sposta verso il centro città per raggiungere il posto di lavoro o per altri motivi che lo obblighino a scegliere l’orario più critico della giornata, quello dell’ingresso nelle scuole elementari, medie e superiori, degli uffici pubblici e privati: tra le 8 e le 8.30. L’itinerario scelto per la prova sul campo è “artificiale” ma nemmeno troppo: partenza da via Pasquale Paoli, arrivo a Villa Olmo, attraverso il girone (viale Varese, viale Lecco, lungolago, viale Rosselli, via Borgovico). Il tutto, provando a cronometrare il percorso, con uno sguardo attento anche alla situazione dei parcheggi più importanti rintracciabili lungo il tracciato, a pagamento e non. La partenza è alle 7.53 da via Pasquale Paoli, all’incrocio con via Giussani. Il navigatore segna 8 chilometri di percorrenza, con arrivo alla meta calcolato entro 19 minuti. Invece, già dopo appena due minuti di viaggio ecco il primo stop, in prossimità del Liceo scientifico Paolo Giovio. Auto ferme, non solo per i vari semafori, ma anche perché c’è già coda in ingresso alla città. Si procede lentamente anche in via Napoleona, quando non si resta fermi per la colonna (in particolare allo sbocco della strada verso via Milano e via Grandi). Il contachilometri non supera mai i 30 chilometri orari. Il secondo stop, quello più lungo, è al confine tra via Grandi e l’imbocco della tangenziale. Si procede praticamente a passo d’uomo e non resta che sbirciare nei finestrini delle altre auto ferme, per passare il tempo: c’è chi si intrattiene in lunghe telefonate al cellulare e chi scambia due parole con il compagno o la compagna di viaggio. La maggior parte dei conducenti però viaggia in auto da solo. Le statistiche del Comune, d’altronde, parlando chiaro: la media di passeggeri per auto è 1,3. Il primo bilancio di questa mattina sulle strade della città è di circa 20 minuti per percorrere appena 3 chilometri. Si arriva alla svolta in via Gallio e alla prima prova-parcheggio in viale Varese. Quasi impossibile trovare un buco a quell’ora nei posti a pagamento che costeggiano le mura della città. E anche tentando un rapido dietrofront per raggiungere via Bossi e via Oriani, alle spalle delle Poste centrali, la fortuna non si fa vedere. Anche qui nessun posto libero, e il fatto che nella zona la sosta non sia a pagamento ma gratuita non aiuta. Il tragitto riprende sul percorso prestabilito, e da viale Varese ci si sposta sull’asse viale Cattaneo-viale Battisti-viale Lecco. In quest’ultima strada trovare un parcheggio nei posti blu che costeggiano i binari delle Ferrovie Nord è utopia: nessun posto libero e tante auto accostate con le quattro frecce in attesa. I minuti passano, il traffico aumenta. Imboccata via Manzoni, per arrivare alla fine del lungolago, servono 10 minuti. A questo punto: seconda divagazione in cerca di parcheggio verso la zona stadio. Qualche spazio blu libero effettivamente c’è, ma il numero di auto che li affolla rapidamente fa presagire che entro un’ora al massimo anche quella zona sarà off-limits. Manca circa un chilometro alla meta finale. Una volta immessi in viale Rosselli il traffico è un po’ più fluido e si riesce a imboccare via Borgovico in uscita dalla città con una certa celerità. Dopo pochi minuti, finalmente Villa Olmo. Ma, a conti fatti, c’è poco da stare allegri: se il navigatore alla partenza del viaggio segnalava 19 minuti di percorrenza, il cronometro – al netto dei minuti impiegati per i “test” alla ricerca di un parcheggio – segnala che per percorrere tutto il tragitto abbiamo impiegato 47 minuti. Il che significa che – in un giorno feriale tipo, nel caso specifico mercoledì 26 settembre scorso – gli automobilisti comaschi devono mettersi nell’ottica di impiegare quasi un’ora per percorrere gli 8 chilometri necessari ad attraversare la città da sud a nord. Tutto questo in una giornata normale, senza incidenti o cantieri. A questo punto, non resta che togliersi uno “sfizio”. Ovvero ripiegare verso il centro e cercare un posto bianco, dunque gratuito, anche solo per poter fare shopping in città murata senza l’ansia da parcometro. L’unica zona con una notevole disponibilità di strisce bianche è quella a est, dove nelle via Ferrari, Don Guanella, Porro, Fiume e Zezio non esiste il colore blu sull’asfalto. Al quarto giro del “quadrilatero della speranza”, però, è chiaro che è meglio gettare la spugna. Le auto in sosta occupano ogni millimetro utile. E non si muove foglia. Facile ipotizzare che una gran parte delle vetture più ancorate che parcheggiate nella zona sia di pendolari affatto intenzionati a pagare per 6, 7 o 8 ore di sosta per lavoro. Meglio desistere. Anche se la prospettiva di tornare a imbottigliarsi nel traffico, non si può certamente definire consolatoria. Francesca Guido

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