Paratie, qualcosa si muove. I gradini

Paratie, qualcosa si muove. I gradini

Venerdì 28 Settembre 2012 Lungolago – Evidenti problemi su una delle poche opere concluse del primo lotto del maxicantiere Non si assesta il fenomeno di scostamento dal muro per circa tre millimetri al mese Il cantiere delle paratie pur nel suo immobilismo rimane un “sorvegliato speciale” da parte dei comaschi. Così quando qualcuno nota movimenti dietro la palizzata ecco che parte subito la segnalazione. Ieri, ad esempio, pareva che le opere fossero ripartite nel primo lotto, nei pressi dei giardini a lago. La zona di lungolago su cui, tanto per intenderci, Gianluca Zambrotta aveva realizzato un parco giochi nell’estate del 2011. Così, sono scattate subito le verifiche. Sopralluogo del fotografo e telefonata. Il dirigente di Palazzo Cernezzi Antonio Viola, dimissionario come direttore dei lavori, spiega che non risultano movimenti in cantiere. «Può darsi che fosse qualche tecnico per delle rilevazioni oppure che sia stato semplicemente spostato del materiale con la gru», commenta l’ingegner Viola. Qualcosa in realtà si muove in quel tratto di cantiere, i gradini della scalinata. E le immagini scattate ieri dimostrano senz’ombra di dubbio questa realtà. La crepa del manufatto si è allargata ancora. Un problema non nuovo, è vero. Lo scorso settembre si era immerso un sommozzatore per verificare il problema di una delle poche opere concluse del maxicantiere delle paratie. La grande scalinata in pietra appoggiata alla parete verso i giardini a lago era stata ricostruita ex novo. Già alla fine della scorsa estate proprio tra il muro di sostegno e i primi gradoni si aprirono vistose crepe. Fessurazioni visibili a occhio nudo che poi, nel corso dei mesi successivi, si sono ulteriormente allargate. La spiegazione ufficiale fornita dal Comune di Como ha puntato tutto sulla rottura di alcuni tiranti di sostegno e collegamento tra la parete, le scale e le vasche interrate per il trattamento delle acque. A complicare ulteriormente la situazione sarebbe anche l’instabilità stessa del fondale su cui poggia la base della scalinata in pietra. Fragilità che avrebbe un ruolo non marginale nel determinare gli scivolamenti. Il terreno in fondo al lago, infatti, è costituito per gran parte da materiali di riporto, e questo non garantirebbe la compattezza necessaria per sostenere il peso della gradinata. E, finché il terreno non si assesterà definitivamente, sarà ben difficile per l’amministrazione intervenire sul problema in via definitiva. Tanto che, a oggi, non esistono tempi sicuri per la riparazione. Paolo Annoni