Politeama, ora scoppia il caso politico

Politeama, ora scoppia il caso politico

Mercoledì 26 Settembre 2012 Pdl furibondo dopo il dietrofront di Giulia Pusterla sulla gestione Non scoppia certo di salute, ma intanto fa scoppiare un caso politico. È l’ex cineteatro Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi a Como, gioiello liberty del 1910 che torna a far parlare del suo incerto futuro. Era marginale nell’agenda delle urgenze di Palazzo Cernezzi e della sua nuova giunta, visti i colossali problemi cui far fronte, ma ora torna con prepotenza al centro dell’attenzione. Lunedì l’assessore al Bilancio Giulia Pusterla ha compiuto un’inversione politica a “U” rispetto alle tendenze della maggioranza, che avrebbe voluto mantenere pubblica la struttura (circa 4 i milioni di euro per recuperarla): «Non abbiamo i soldi per metterlo a posto. È fuorviante credere altrimenti. Il Comune deve quindi pensare a cedere le sue quote». Una pietra pesante, quasi tombale sul futuro della storica struttura, da anni in abbandono. Parere tecnico basato sull’analisi dei costi, quello di Pusterla, intervenuta in Commissione IV per l’analisi delle società partecipate. Ma ha avuto l’effetto di una sciabolata. «Non ci sono le risorse. Se le avessimo le dovremmo utilizzare per Ticosa e paratie», ha spiegato. Retromarcia, s’è detto, rispetto al passato, quando invece si voleva rivitalizzare il cineteatro di Como acquistando il 19% delle quote di proprietà dello storico teatro non ancora in mano al Comune. «Rimane l’obiettivo centrale e cioè restituire come spazio culturale alla città il Politeama – ha detto ieri il sindaco Mario Lucini ai microfoni di Etv precisando il pensiero della Pusterla e la posizione dell’esecutivo locale – È una struttura che necessita di importanti interventi di ristrutturazione. E di un progetto di utilizzo. Quindi il primo passo è costruire e condividerne uno con altre realtà. Le modalità per arrivarci sono diverse. È chiaro che il Comune ha difficoltà a reperire ingenti risorse in questo campo, per cui ci vorrà la collaborazione di altri soggetti per raggiungere questo obiettivo. Abbiamo già osservato l’interesse da parte di soggetti sul territorio, come il Politecnico, il Conservatorio e il Teatro Sociale. Ora va costruita una proposta credibile, anche per poter accedere a finanziamenti esterni. Le proposte vanno strutturate e concretizzate». Da parte sua, passa ore al cardiopalma il presidente del cda della Società Politeama Davide Fent: «Il Politeama non diventi la Ticosa 2 di Como. Deve diventare la casa della cultura della città, un teatro liberty donato a Como. Guardiamoci negli occhi tutti insieme per trovare una soluzione concreta. Non nego che le spese di gestione siano ingenti, ma acquisire la totalità delle quote del Politeama permetterebbe di accedere con agilità a bandi di fondazioni e a finanziamenti ministeriali. Potremmo ad esempio coinvolgere il ministro ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi, che è brianzolo e sensibile a questi temi». Ma senza entrare ulteriormente nel merito delle affermazioni di Giulia Pusterla, Fent precisa di avere intenzione quanto prima di «chiedere un chiarimento a sindaco e giunta sul da farsi, costituendo fin da subito un tavolo allargato per studiare il futuro della struttura. Il Politeama è vincolato dalla Soprintendenza, e per salvarlo già si sono mossi con due distinti progetti da una parte le Accademie di Brera e Mendrisio con Univercomo e il Politecnico e il Conservatorio Verdi dall’altra. Auspico che anche altri soggetti istituzionali sensibili alla cultura come gli Industriali e la Camera di Commercio possano dialogare con noi. La storia ce lo insegna: con il dialogo si costruisce. Altrimenti si rischia di impoverire ulteriormente Como. E non lo merita». E se in consiglio comunale non da ieri si è parlato della fattibilità di acquisire le quote, ad esempio vendendo i palchi del Teatro Sociale di proprietà comunale, chi si è detto indignato dell’uscita della Pusterla è l’opposizione di centrodestra. La capogruppo del Pdl Laura Bordoli ha dichiarato che la giunta Lucini ha «già gettato la spugna prima ancora di tentare» in merito alla questione. «Sul progetto di salvare il Politeama non c’erano divergenze di vedute con il programma di Lucini. Nessuno diceva che era facile, ma la Società Politeama e varie associazioni culturali, Univercomo e altri stanno lavorando alacremente per creare progetti con la collaborazione di enti, istituzioni italiane ed estere nonché privati. Non siamo d’accordo sulla svendita del patrimonio immobiliare e culturale della città, e contesteremo e prenderemo tutte le iniziative possibili per la salvaguardia del Politeama, che potrebbe diventare un centro d’eccellenza per arti e cultura, un centro aperto anche alle associazioni culturali della nostra città». A stupire il Pdl è il dietrofront politico, dato che la giunta attuale «ha sempre sostenuto l’idea di conservare lo storico teatro, che tra l’altro è sotto il vincolo della Soprintendenza dei beni culturali». Lorenzo Morandotti