L’ex sindaco e la vecchia giunta sfilano in aula per Ca’ d’Industria

L’ex sindaco e la vecchia giunta sfilano in aula per Ca’ d’Industria

Mercoledì 26 Settembre 2012 Posizioni opposte su quanto accadde in Comune per le proteste sul servizio mensa Vivarelli, già membro del cda: «Clima di violenza». I vigili: «Nessun problema» Questione di punti di vista, verrebbe da dire. Se non fosse che i giudici, da deposizioni l’una all’opposto dell’altra, dovranno trarre il proprio giudizio. È andata in scena ieri l’ennesima tappa del processo nato delle proteste di dipendenti e sindacati successive alla decisione di appaltare all’esterno il servizio mensa di Ca’ d’Industria. Il clima surriscaldato arrivò anche in Comune, al termine di una seduta della Commissione in Sala Stemmi, alla presenza del sindaco di allora , Stefano Bruni, e di molti assessori. Proprio quel giorno nacque tutta la vicenda penale: da quelle urla presero origine le accuse del Cda a un dipendente, Davide Scarano, di sobillare i colleghi contro i vertici dell’istituto (accuse del resto già cadute in aula perché Scarano è stato assolto). Dall’altro la contromossa del pm Mariano Fadda, che ha chiamato in aula da imputati proprio i componenti del Cda che puntarono il dito contro Scarano, e con loro il brigadiere della finanza in servizio in Procura che raccolse i verbali di denuncia. Ma ancora oggi, a mesi di distanza da quel turbolento pomeriggio, è difficile arrivare a un coro unanime su quanto realmente avvenne quel giorno. «Non ci furono problemi di ordine pubblico al termine di quella riunione – ha ricordato ieri Vincenzo Aiello, funzionario di polizia locale – Altrimenti avremmo redatto una relazione di servizio». Un altro agente: «Le discussioni furono animate, ma non ci furono slogan o frasi intimidatorie». E ancora: «Accompagnai il presidente Domenico Pellegrino (in quei mesi ai vertici di Ca’ d’Industria, ndr) fino al cortile – racconta un altro vigile – Non ci furono violenze e minacce e non fu fatto nemmeno alcun cordone di polizia». Per non parlare poi dell’ex sindaco («C’era confusione – ha ricordato Stefano Bruni in aula – ma non fu richiesto l’intervento della polizia locale»), o degli assessori come Enrico Cenetiempo («Non ho visto situazioni anomale, né sentito insulti o minacce») o Veronica Airoldi, che si è limitata a riferire che «gli ultimi minuti furono concitati e agitati». Di parere completamente opposto è però stato l’intervento di Romolo Vivarelli, ex componente del cda di Ca’ d’Industria e già assolto in Abbreviato dall’accusa di calunnia. «In quel mese c’era un clima di violenza accesa – ha detto usando parole molto forti – Si era arrivati addirittura ad adulterare i pasti dei vecchietti. Quando uscimmo da Sala Stemmi scoppiò il caos». E sul dipendente Scarano: «Disse facciamo saltare Pellegrino e tagliamogli la testa», ha ricordato Vivarelli. Per chiudere con un altrettanto roboante «in Ca’ d’Industria ci fu in quei mesi una strumentalizzazione politica e una lotta basata sui sabotaggi». Dichiarazioni, come è ben possibile vedere, diametralmente all’opposto rispetto alle precedenti, come pure all’opposto sono due filmati girati quel giorno in aula e acquisiti dal collegio del Tribunale: uno che mostra l’uscita dalla Sala Stemmi senza lasciar udire particolari insulti o minacce, l’altro (senza audio e musicato) che mostra un sindacalista che fa il segno della pistola. Si torna in aula il prossimo 2 ottobre: quel giorno a parlare sarà l’ex presidente Pellegrino. Mauro Peverelli