E la “bersaniana” Como venne evitata da Renzi

Domenica 23 Settembre 2012 L’aspirante candidato premier del Pd Mentre il Pdl – per ammissione anche del senatore Butti – è ancora spasmodicamente alla ricerca di un leader per le prossime elezioni politiche di primavera (a patto che non ci riprovi Silvio Berlusconi), proprio ieri il Pd ha schierato in Lombardia uno dei principali aspiranti premier, il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Si è trattata di una tappa del lungo viaggio verso le primarie dei democratici fissate al 25 ottobre prossimo per la scelta del candidato presidente del Consiglio. Renzi negli ultimi due giorni ha toccato ben 8 città lombarde in rapida successione: Milano, Pavia, Lodi, Monza, Varese, Lecco, Bergamo e Brescia per raccogliere consenso sulla sua candidatura, alternativa a quella di Pierluigi Bersani. Non è mancata, tra uno scalo e l’altro, qualche stoccata polemica rivolta soprattutto alla Lega Nord. «La Lega – ha detto Renzi proprio nella culla del Carroccio, Varese – ha sicuramente dato vita a una generazione di amministratori seri, altri un po’ meno. Ma la cosa dell’ampolla del Dio Po ancora non l’ho capita». Non sono mancate, però, le contestazioni al sindaco di Firenze, riportate anche da numerose agenzie stampa. La più pittoresca, arrivata da alcuni cittadini sempre a Varese, ha affibbiato a Renzi un sarcastico “profumo” di «muffa e sacrestia». Il sindaco di Firenze, comunque, non ha replicato. In questo piccolo quadro lombardo, però, è evidente che è mancato un tassello. Quello comasco, praticamente l’unica città di un certo peso nella quale il candidato alle primarie del Pd non si è fatto vedere. Motivo? Ufficialmente un calendario molto pieno. Ufficiosamente, pare che i pochi e nemmeno troppo entusiasti contatti tra lo staff di Renzi e i democratici lariani si siano esauriti rapidamente per reciproco disinteresse. E nemmeno il nascente “Comitato Renzi” fondato dal componente della segreteria provinciale Marcello Molteni, evidentemente, ha cambiato le cose.