La lezione di Bargna, oro alle Paraolimpiadi: «Lo sport è fondamentale per superare le difficoltà»

La lezione di Bargna, oro alle Paraolimpiadi: «Lo sport è fondamentale per superare le difficoltà»

Il lariano che ha vinto l’oro paraolimpico «A Londra gli atleti hanno dimostrato di poter raggiungere ogni traguardo» «Il messaggio che voglio dare a tutti dalla mia esperienza è rivolto ai genitori: fate fare sport ai vostri figli, perché lo sport fortifica e aiuta a superare i momenti più difficili, anche quando sembra che il mondo ti stia crollando addosso». Parole che non arrivano da un personaggio qualunque, ma da un oro paraolimpico, il ciclista comasco Roberto Bargna, l’uomo che pochi giorni fa a Londra ha vinto la gara nella corsa in linea C1/3. Bargna racconta il suo rientro a casa e il post-Olimpiadi. «Sicuramente è stato sorprendente – dice – Già mi era capitato di vincere gare importanti, ma non immaginavo che la mia vittoria meritasse questa grande considerazione che, ovviamente, mi ha fatto piacere». «Quando ho conquistato il successo – aggiunge Bargna – ho pensato alle persone che mi sono state vicine in questi anni, soprattutto ai miei genitori e alla mia compagna. Ma ho visto che un oro come quello di Londra è stato davvero vissuto con entusiasmo da tantissime persone, a partire dai miei compaesani di Capiago Intimiano, che mi hanno dedicato una bella festa quando sono tornato in Italia». Il campione lariano, nel 2002, ha perso l’uso del braccio sinistro per un incidente in moto sulla statale Regina. Ma, proprio dopo quello che gli è capitato, è tornato a praticare ciclismo, sport in cui si era cimentato nelle categorie giovanili. Bargna seguì il consiglio dell’ortopedico Giovanni Lovisetti che lo mise in contatto con Fabio Triboli, plurimedagliato e vicecampione olimpico ad Atene, vincitore a Pechino nel 2008. Lo stesso Triboli incoraggiò Roberto a rialzare la testa dopo quello che gli era capitato. «Mi fece capire che, malgrado tutto, ci poteva essere un futuro, che si poteva ricominciare». L’attività agonistica di Roberto è ripresa nel 2007, dopo anni di riabilitazione. Da lì ha vinto titoli tricolori, ha conquistato un argento mondiale e poi si è tolto la soddisfazione di salire sul gradino più alto del podio a Londra. «Lo sport è stato importante per la mia vita ed è per questo che ai genitori voglio dire di farlo praticare ai loro figli – spiega Bargna – Insegna a superare le difficoltà, a rialzare la testa, ad andare avanti. Io ho dovuto fare anni di riabilitazione a una gamba e se non fossi stato uno sportivo, forse non avrei trovato la volontà di andare avanti. Invece l’insegnamento è che se ci si pone un obiettivo, questo può essere raggiunto». Secondo l’atleta comasco, le Paraolimpiadi hanno dato un messaggio importante. «Sono state un insegnamento per tutti, un’occasione di riscatto per far capire che il nostro movimento merita rispetto», spiega. E pensare che c’è chi, come Paolo Villaggio, le ha definite un evento «triste, fastidioso, un’esaltazione della disgrazia». Invece è proprio il contrario, secondo Bargna. «Le Paraolimpiadi sono state una esaltazione della vita: le persone disabili hanno dimostrato di poter raggiungere traguardi all’apparenza impossibili. Ci sono stati, ad esempio, nuotatori senza braccia, che in piscina hanno fatto cose che non riescono a persone normodotate». «Ecco – conclude l’olimpionico lariano – sarebbe bello che venissero presentate le loro storie personali, e quelle di tanti che hanno partecipato a questi Giochi, per far capire a chi è in difficoltà che anche i problemi peggiori possono essere affrontati». Massimo Moscardi