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Case e box: mancano 2,8 milioni

Affitti non versati, concessioni mai pagate: buco enorme nelle casse di Palazzo Cernezzi Un fiume di denaro. Mai incassato, però. Questo è il problema che – in tempi di per sé non floridi – affligge le casse del Comune di Como. E l’origine di quel problema, che arriva a sfiorare i 3 milioni di euro, è sempre lo stesso, che si trascina nel tempo: l’incredibile difficoltà dell’amministrazione comunale a incassare quanto spettante dai suoi diversi inquilini. I documenti che hanno fatto da base per la riunione della Commissione Patrimonio avvenuta lunedì scorso, in questo senso, sono molto chiari. Partiamo dal totale del “buco”, considerato sommando i mancati incassi da affitti di case, esercizi commerciali e no-profit, box e posti auto. La somma ufficiale messa nel prospetto riassuntivo arriva intorno ai 2 milioni e 800mila euro complessivi. Un totale che va poi scomposto nelle tre voci essenziali considerate dal prospetto. USO ABITATIVO Sul fronte delle case, il Comune di Como possiede 793 alloggi (ma soltanto 610 sono realmente utilizzati), dei quali 760 di edilizia residenziale pubblica (Erp) e 33 extra Erp. Quelli occupati abusivamente sono 10. Nei documenti del Comune – sul fronte degli affitti – viene considerato il periodo 2002-31 agosto 2012. Si scopre così che – complessivamente, sommando l’importo di ogni singolo anno – Palazzo Cernezzi avrebbe dovuto incassare 9,2 milioni di euro. Ebbene, fino alla fine del 2011, il mancato incasso da parte dell’amministrazione era veramente notevolissimo: più di 1,9 milioni di euro. Le cose sono migliorate un po’ soltanto con il più recente dato disponibile, quello del 31 agosto scorso. Alla fine del mese, il “rosso” per l’amministrazione era sceso al milione di euro, comunque un mancato introito ancora pesante. PARCHEGGI La situazione è migliore – anche perché i numeri assoluti sono ben inferiori – passando alla voce “box e posti auto”. In questo caso (periodo considerato 2005-2011, con aggiornamento finale al 31 luglio scorso) la somma totale esigibile dal Comune arriva a 730mila euro e rotti. La morosità corrispondente (dato al 31 luglio 2012) è di 90mila euro. ESERCIZI COMMERCIALI I numeri tornano a farsi impressionanti quando si parla di esercizi commerciali (e non solo: sono inclusi anche i locali utilizzati da enti no-profit). In questo caso, il periodo considerato è 2000-2012 (fino alla fine dell’ultima estate). In linea teorica, il Comune avrebbe dovuto incamerare la bellezza di di 18 milioni e 800mila euro. Inutile dire che è andata diversamente: l’incasso reale è stato inferiore, e i mancati introiti pari a un milione e 680mila euro. I COMMENTI L’assessore al Patrimonio, Marcello Iantorno, promette di recuperare le somme mancanti. «Il nostro obiettivo è regolarizzare tutto, dalle posizioni di chi non paga l’affitto fino a chi non versa il dovuto per le concessioni – spiega l’assessore – Il quadro complessivo non è semplice, ci siamo trovati con concessioni scadute da anni, alcune vecchissime, altre per le quali non è mai stato versato nulla o per cui non esistono documenti ufficiali. Stesso discorso per i canoni di affitto, per il cui mancato incasso ha inciso anche il cambio di software in Comune. Gli avvisi di pagamento sono dunque partiti a luglio, mentre quelli per i box e i posti auto sono in ritardo addirittura di 9 mesi. Insomma, ce la metteremo tutta e contiamo di recuperare il dovuto. Ma servirà tempo». Il predecessore di Iantorno, Enrico Cenetiempo (Pdl), offre una interpretazione piuttosto simile. «I mancati introiti per il Comune si sono accumulati nel corso degli anni e talvolta sono dovuti a singole cifre molto grosse che incrementano il totale – afferma – E poi confermo che il problema al software per l’elaborazione delle richieste ha inciso molto sull’ultimo periodo. Ora attendiamo l’azione di Iantorno». Infine, il consigliere comunale di maggioranza, Gioacchino Favara (Pd) – che durante la commissione ha protestato vivacemente per non aver ricevuto tutta la documentazione sul patrimonio comunale chiesta 3 mesi fa – si spinge a dire che «i mancati introiti complessivi potrebbero arrivare a 4 milioni». Emanuele Caso

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