«Io, Lucini e il metrò»

Domenica 16 Settembre 2012 Caradonna: «Sono nel cda di Ferrovie Nord. Pensiamo insieme le navette Como-Lazzago» Chi di paratie “ferisce” – o viene “ferito” – di metrò leggero (o di qualcosa di molto simile) può “rivivere” (o almeno riconquistare la scena pubblica comasca). Giochi di parole a parte, chi torna a parlare di un sistema di trasporto veloce su ferro che colleghi – con frequenza superiore rispetto a oggi – il centro di Como e l’area Grandate-Lazzago è l’ex assessore ai Lavori pubblici, nonché “papà delle paratie”, Fulvio Caradonna (Pdl). Il quale, dismessi da tempo (e in maniera molto tempestosa) i panni di uomo simbolo del cantiere sul lungolago, ora gioca una carta radicalmente diversa. Una mossa che deriva soprattutto dal nuovo ruolo di Caradonna: consigliere di amministrazione di Ferrovie Nord, la società della galassia che si occupa proprio di costruzione e manutenzione ferroviaria. Da questo presupposto, ecco la “proposta impossibile” che l’ex assessore gira direttamente al nuovo sindaco di centrosinistra, Mario Lucini. Ecco come. Il presupposto di tutto sta nella discussione sul futuro dell’autosilo Valmulini. «In questi giorni – dice Caradonna – ho seguito il dibattito sul futuro della struttura, leggendo che qualcuno ipotizza ancora la costruzione di una stazione ferroviaria proprio accanto all’autosilo. Mi spiace dirlo, ma si tratta di un’operazione ora impossibile». «Da un lato – prosegue l’ex assessore ai Lavori pubblici – ci sarebbero costi tutti da valutare. Dall’altro, non vedo quale sarebbe l’interesse reale per i cittadini ad avere una fermata all’autosilo. Non credo proprio che qualcuno arriverebbe a lasciare l’auto al Valmulini, per poi aspettare mezz’ora o più un treno per fare poche decine di metri. Già non accade con i bus, che passano ogni 5 minuti, figuriamoci per i treni». Eppure, non tutto è perduto in tema di collegamenti più veloci degli attuali, su ferro, tra Como e la cintura urbana. «L’ipotesi di realizzare un collegamento veloce tra l’area di Grandate-Lazzago e Como, tenendo fermi i punti intermedi delle attuali fermate delle Nord, non è fantascienza – assicura Caradonna – Non credo si potrebbe tornare in assoluto al progetto di metrotranvia che io stesso, insieme con l’ex-sindaco Stefano Bruni, studiai qualche anno fa. Costava un’ottantina di milioni, una cifra oggi fuori portata per chiunque. Però con qualche intervento mirato, qualcosa si può senza dubbio realizzare». Nello specifico, il consigliere del cda di Ferrovie Nord afferma che «si potrebbe ragionare sull’inserimento di alcuni interscambi per raddoppiare soltanto piccole parti dei binari e non tutta la tratta. In questo modo – prosegue Caradonna – si potrebbe permettere il transito di più treni rispetto ad adesso, senza dover rivoluzionare l’infrastruttura esistente». La linea “ideale”, dunque, sarebbe Grandate-Camerlata-Borghi-Como Lago. «Sì – conferma Caradonna – con navette ipotizzabili ogni 15 minuti circa. E naturalmente, potenziando radicalmente l’offerta di sosta a Lazzago e Grandate, con un grande autosilo da costruire sui terreni di proprietà dei Giulini, con i quali già parlammo seriamente quando ero ancora in giunta». Difficile, ora, parlare di tempi e costi. Più semplice, secondo l’ex assessore, tendere la mano all’attuale amministrazione di Como. «Sono ufficialmente disponibile, in qualità di consigliere di Ferrovie Nord, a parlare di tutto questo con il sindaco Mario Lucini, magari aprendo un tavolo apposta nell’interesse di tutta la città – sostiene l’ex assessore – In questi casi, pur con ognuno nei suoi ruoli, si potrebbe ragionare per un vantaggio collettivo, al di là delle differenze politiche». Un’ultima battuta Caradonna la dedica ancora all’autosilo Valmulini, struttura aperta e realizzata ai suoi tempi. «Non fu una scelta sbagliata, perché all’epoca si ragionava soltanto di ristrutturare il Sant’Anna sul posto, non di trasferirlo – conclude – Ora, però, è ovvio che senza un rilancio dell’area di Camerlata il posteggio rimarrà poco usato». Emanuele Caso