La politica boccia la proposta di Giulia Pusterla

Mercoledì 12 Settembre 2012 Dure critiche – Non si sono fatte attendere neppure le stoccate dai banchi della minoranza in Comune Alessandro Rapinese: «Dovrebbero iniziare a tagliare gli sprechi» La politica si schiera compatta. E il giudizio sull’appello lanciato dall’assessore al Bilancio del Comune di Como, Giulia Pusterla, è decisamente negativo. La richiesta di lasciare nelle casse di Palazzo Cernezzi il 5×1.000, non è proprio piaciuta. E così, chi in consiglio comunale siede sui banchi dell’opposizione non usa giri di parole per condannare un modo di agire definito “irresponsabile”. «Fa impressione vedere un assessore chiedere ai cittadini, già tartassati, l’elemosina – interviene a gamba tesa il capogruppo della Lega Nord in Comune, Alberto Mascetti – Mi sembra un gesto disperato, dettato dall’incapacità di far quadrare i conti». «Inoltre – aggiunge l’esponente del Carroccio – chiedere simili cifre per i servizi sociali quando solitamente il 5×1.000 viene già destinato per tali esigenze mi sembra assurdo». Parole decisamente pesanti che diventano ancor più dure. «Una trovata del genere dimostra che a Palazzo Cernezzi sono proprio alla frutta. Posso comprendere le difficoltà che incontrano, come accade in molte altre amministrazioni anche a causa della politica del governo centrale, ma qui siamo veramente al limite – aggiunge Alberto Mascetti – Hanno proprio toccato il fondo». E infine arriva la stoccata conclusiva. «È indecoroso. Non riesco proprio a giustificare una mossa del genere», conclude il rappresentante del Carroccio. Non meno severo il giudizio di Laura Bordoli, capogruppo del Pdl in comune. «Sono d’accordo nel non lasciare il 5×1.000 allo Stato ma non mi sembra proprio una trovata efficace quella proposta dall’assessore Pusterla – intervie Laura Bordoli – Mi sembra un atteggiamento che andrà a ledere le associazioni, solitamente di piccole dimensioni, che fanno affidamento su tali introiti. Soldi vitali per andare avanti. È sicuramente uno sbaglio». Si tratta di un’opportunità introdotta dalla Legge Finanziaria del 2006, con cui lo Stato ha stabilito di destinare, in base a una esplicita scelta del contribuente, una quota pari al 5 per mille dell’Irpef per finanziare gli enti no profit (dalle associazioni di volontariato a quelle sportive e culturali), le attività sociali del Comune di residenza o la ricerca scientifica, universitaria e sanitaria. «Queste piccole realtà associative sono già in difficoltà per i tagli dei fondi regionali e statali – conclude Laura Bordoli – così saranno a rischio sopravvivenza». Netto anche il commento di Alessandro Rapinese, capogruppo di Adesso Como. «È una boiata. Si vede proprio che l’assessore Pusterla è nuova in questo mondo, nel contesto di un’amministrazione pubblica – dice Rapinese – Non si rende infatti conto che facendo così potrebbe affossare molte piccole realtà associative». Ma non è tutto. «Soprattutto questa sua uscita dimostra chiaramente l’ideologia di fondo che guida il suo operato: non ha alcuna intenzione di risolvere i problemi andando a tagliare gli sprechi, ma inventandosi simili iniziative. Perciò non posso che criticare aspramente questo appello – conclude sempre Alessandro Rapinese – Io donerò il mio 5×1.000 alla scuola materna Sant’Antonino di Albate». Fabrizio Barabesi