Villa Olmo, la regina decaduta

Villa Olmo, la regina decaduta

Dietro la facciata scintillante tutte le ferite dell’incuria e dell’abbandono La regina del neoclassico lariano è in parte abbandonata a se stessa. Incuria e degrado circondano da mesi, forse da anni, la nobile sede dei principali eventi culturali della città. La situazione in cui versa in particolare un lato di Villa Olmo è davvero imbarazzante. Dopo avere oltrepassato la portineria all’ingresso dell’edificio, anch’essa segnata da zone in rovina, e facendo attenzione a non inciampare nel tombino coperto da una traballante asse di legno, appena si attraversa il portico che conduce alla facciata posteriore della storica struttura ci si rende subito conto della situazione quantomeno provvisoria in cui versa questa porzione di Villa Olmo. L’aria che si respira è quella per niente rassicurante di un cantiere abbandonato al suo destino, di lavori in corso mai terminati. Imposte rotte, cavi elettrici e telefonici che penzolano dalle finestre senza vetri, ponteggi appoggiati ai muri sono soltanto il primo biglietto da visita offerto al pubblico. Qualche passo ancora e si raggiunge, circondato dai rifiuti, un impianto esterno per l’aria condizionata posato sopra due vecchi bancali di legno che non hanno retto il peso. Il bocchettone entra in una ampia finestra, utilizzata anche come pattumiera e chiusa, si spera temporaneamente, con due assi di compensato. Lo “spettacolo” non è finito, c’è ancora tempo per stupirsi. Più avanti, lungo il bellissimo parco posteriore in cui si alzano maestose piante secolari, la situazione non migliora. Il percorso inizia da un cartello «Lavori in corso» lasciato a terra per coprire un grosso buco causato da un cedimento della pavimentazione e prosegue lungo il lato più esteso della facciata retrostante di Villa Olmo. Ed è qui che emergono due grossi buchi sul muro, probabilmente effettuati per riparare i tubi del gas, visto che in basso, aperta, si trova la cassetta del contatore anch’essa circondata da rifiuti vari, in questo caso scatole elettriche e tubi. La passeggiata porta ad altri avanzi di cantiere, assi di legno e di metallo, grossi cavi e bidoni, prima di riemergere nello splendore del parco di Villa Olmo che si affaccia in tutta la sua bellezza sul lago. Da questo lato, per fortuna, la situazione è migliore. A parte qualche pianta quasi morta nei vasi all’ingresso principale dell’edificio, lo stato di cura generale mostra in questo caso una attenzione migliore. Tutte le brutture accumulate nel corso degli anni sono nascoste, o quasi, nella parte posteriore dell’edificio. Gettate in un cassetto che non si può chiudere. Da una parte un edificio che indossa un prezioso vestito festeggiato e illuminato da anni di pirotecnici fuochi e magnifiche proiezioni; dall’altra un abito sgualcito, consumato dal tempo e dall’abbandono nell’indifferenza generale. Un’autentica pugnalata alla schiena di una regina che merita di potere mostrarsi fiera della sua bellezza da qualsiasi lato la si voglia ammirare. Uno sfregio al quale Palazzo Cernezzi, proprietario di Villa Olmo, dovrà rimediare. Grandi mostre o no, la nuova amministrazione, infatti, non ha mai messo in discussione questa location come privilegiata per ospitare, anche nei prossimi anni, le più importanti manifestazioni culturali che si svolgono a Como. Ma Villa Olmo non la si può presentare ancora in questo stato. Maurizio Pratelli