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Nuovi Media. Futuro ibrido

Lunedì 06 Agosto 2012 Incontri – Le prospettive della comunicazione nella conferenza di Francesco Casetti, ospite il 5 agosto 2012 del festival culturale di Zelbio Con quali e quanti media dovremo convivere nei prossimi anni? Verso quali scenari si sta orientando il mondo della comunicazione? Oggi si coniugheranno “globale” e “locale” nella cornice del festival culturale di Zelbio, grazie alla conferenza del professor Francesco Casetti, ospite alle 21 del teatro della località lariana (ingresso libero). L’esperto, dialogando con il giornalista di “Repubblica” Armando Besio, cercherà di dare risposte ai principali interrogativi che evocano il proliferare dei nuovi mezzi di comunicazione e relazione sociale (Internet e derivati) ma anche la parallela rivoluzione digitale che sta modificando nel profondo le modalità di produzione, fruizione e condivisione di molti messaggi articolati, dall’informazione all’arte nelle sue molteplici forme espressive. Casetti insegna all’Università di Yale dopo una lunga militanza accademica in Italia e il suo è quindi un punto di vista privilegiato per cogliere, da una parte all’altra del globo, le istanze del mondo mediatico e le sue prospettive di medio e lungo periodo. Sa bene come un film “costruisce” il proprio spettatore (lo ha raccontato nel saggio Dentro lo sguardo ), ed è consapevole che oggi sempre più la produzione di audiovisivi è un lavoro collettivo: «Si pensi – dice – all’enciclopedia digitale di Wikipedia che è non solo un’opera condivisa ma un manufatto su cui possono agire più mani». Un lavoro «di cui però paradossalmente si hanno sempre più consumatori individuali. Siamo sempre più soli di fronte ai media», dice il professore americano. E questo, vien da dire, alla faccia dei social network che ci illudono di essere sempre e tutti in contatto. «Il vero nodo è come faremo a gestire la massa di dati e di materiali veicolata dai nuovi media: parafrasando Dante, qui sarà messa a dura prova la nostra “nobilitate” e cioè il nostro spirito critico, la capacità di discernere il grano dal loglio», dice Casetti. Per il quale, come oggi cercherà di spiegare con esempi video, in futuro ci aspettano scenari in cui potranno convivere innovazioni digitali come i media che vanno per la maggiore e sono amplificati dall’adozione sempre più massiccia di apparati all’avanguardia e abitudini “analogiche” come il cinema fruito in una sala («O anche al museo se si tratta di pellicole d’arte») ma anche i giornali cartacei tradizionali. «La mia tesi è in controtendenza – sottolinea spiegando meglio Casetti – Vivremo un paesaggio avanzato in cui i media avranno però le funzioni tradizionali. Sarà un futuro ibrido. Leggeremo il giornale e vedremo film in modo tradizionale, ma anche in modo elettronico. Assisteremo a un sempre più diffuso raddoppiamento delle funzioni. Sarà come per i gatti: non ci sarà una sola razza ma moltissime varietà diverse». Senza contare, come si diceva sopra, che al centro della riflessione sui media deve sempre essere la produzione dei contenuti: «Oggi si tende – dice Casetti – a un livellamento verso il basso, ad esempio nell’informazione si ha la pretesa di raccontare le notizie “dal basso”, partendo dalla gente». Ma il ruolo “maieutico” del giornalista rimarrà sempre: «Specie nel locale, il consumo è sempre più attivo e permette di costruirsi prodotti informativi su misura di ogni singolo utente. Il modello su cui occorre puntare è la qualità: pensiamo al festival del cinema di Locarno, che ha sempre un livello molto alto. E voi lariani nel vostro piccolo dovete molto a George Clooney e a George Lucas, anche se ne avete approfittato poco: pensate che in Nuova Zelanda hanno fatto fortuna con i parchi tematici dopo il successo della trilogia del Signore degli anelli, di cui non a caso ora si studia il sequel». Tra le righe, un suggerimento: un parco tematico dedicato a Guerre stellari sul Lario? Non scherziamo, sarebbe pretendere troppo dallo spirito imprenditoriale dei comaschi. Il programma completo del festival è su www.zelbiocult.it. Lorenzo Morandotti

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