LETIZIA – Stella del jazz

LETIZIA – Stella del jazz

JoomlaWorks “AllVideos” Plugin (v4.4) starts here JoomlaWorks “AllVideos” Plugin (v4.4) ends here Personaggi – L’artista comasca si appresta a pubblicare negli Usa il suo primo cd con brani “mediterranei” e cover da Battisti e Modugno Una produzione internazionale dal sapore tutto italiano. Anzi italiano verace, con una forte impronta partenopea. Così si presenta Introducing Letizia Gambi, il primo disco di una cantante lariana emergente, Letizia Gambi appunto, che uscirà il 18 settembre negli Usa e in Canada e in Italia entro l’anno. «Mi è appena arrivata la mia copia. Sono davvero emozionata. Si tratta di un lavoro complicato e lungo – dice l’artista – Devo tutto a Lenny White, il mitico batterista di Miles Davis che è stato tra i fondatori della musica fusion e ha appena vinto il suo quarto Grammy. È stato mio mentore nel mondo del jazz, e mi ha fatto crescere enormemente. L’ho conosciuto in modo rocambolesco: su Internet mi ha contattato un suo fan sfegatato, che mi ha invitato ad assistere a un suo recital con Chick Corea sul prestigioso palcoscenico del locale “Blue Note” di Milano. È nato tutto lì, quella sera, dopo il suo concerto». Poi Letizia è volata in America. «Sì – aggiunge – e lì ho studiato a lungo e approfondito il percorso che mi ha portato al disco. In cui mi faccio ambasciatrice della musica italiana ma nel segno di una “fusion” culturale del tutto nuova e originale». Nel disco di Letizia ci sarà un’ampia varietà di proposte musicali, a documentare la sua voglia di sperimentare e di non fermarsi agli stereotipi del jazz tradizionale: brani di Lucio Battisti (And I think of you, ovvero E penso a te), ma anche cover di Björk (l’impegnativa Bachelorette), e “ripescaggi” di una sconosciuta Mina come Soli («una perla assai poco nota degli anni Sessanta», dice Letizia), più tre brani originali in inglese e spagnolo scritti dalla comasca con il fido White. Ci saranno anche una versione tutta speciale di Tu sì ’na cosa grande di Domenico Modugno, per la prima volta in inglese, e una “cover” jazzata di Una furtiva lacrima, da L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Ma anche Appocundria di Pino Daniele. «Sto già lavorando ad altri sette pezzi scritti da me con White – anticipa la bella cantante comasca – per ribadire quella che è la mia linea di ricerca espressiva: usare strumenti che mi facciano sentire il sapore delle mie radici partenopee: chitarra acustica, violoncello, bandoneon. Ma con un messaggio musicale originale. Che sia al tempo stesso mediterraneo e internazionale, elegante e passionale». Reduce dal Festival Jazz del Mar Nero in Georgia, ieri Letizia è stata ospite degli studi del tg dell’emittente Etv. Ora il nuovo disco la porterà in tour negli Stati Uniti: da settembre canterà a New York, Chicago, Detroit e Los Angeles. «Non è un disco di jazz classico, con standard riarrangiati. È un prodotto completamente nuovo – sottolinea – E con me ci sono mitici musicisti come Gato Barbieri e Chick Corea. Qualcuno oltreoceano mi ha collocato tra Norah Jones, Diana Krall e Sade».