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I commercianti rassegnati – «Le blatte? Presenza fissa»

Domenica 01 Luglio 2012 Mercato coperto Le maggiori criticità nei magazzini. Parte la disinfestazione L’inchiesta del Corriere di Como sulla presenza di blatte al Mercato coperto di via Mentana ha riaperto la vecchia polemica sulle condizioni igienico-strutturali dell’edificio. A sentire i commercianti, però, gli scarafaggi non sembrano essere il problema più pesante da affrontare, quanto piuttosto la punta di un vero e proprio iceberg. È dalla parte sommersa di questo iceberg – i magazzini interrati del mercato – che il fruttivendolo Stefano Bianchi comincia per mostrare gli ambienti in cui viene stoccata la merce. «Blatte? Dando un’occhiata alle celle ci si stupisce che abbiano trovato soltanto quelle. Oggi è ancora ordinato ma nei giorni di scarico delle merci siamo messi male – dice il rivenditore mostrando poi una serie di puntelli al soffitto – Qui alcune celle poi sono state spostate perché dichiarate inagibili. Quando piove, a volte, è ancora peggio. Io ho deciso di tenere la mia merce stoccata dietro il banco». Le condizioni di degrado dei magazzini interrati riassumono alla perfezione le principali problematiche che i rivenditori devono affrontare ogni giorno. Questioni strutturali ed igieniche – le ultime in funzione delle prime – la cui soluzione deve giungere in fretta, secondo Gianni Venturini. «Nello stesso identico modo in cui devi mettere una pezza a una scarpa vecchia per evitare che cada a pezzi, così occorre provvedere ad alcuni interventi di manutenzione – dice il commerciante – Anche per questa storia delle blatte, è normale che gli insetti prolifichino con il caldo, ma qualcosa va pure fatto, è un problema che si aggiunge». Sulla stessa linea è l’opinione di Fabiana Cantaluppi: «Non posso dire nient’altro se non che è uno schifo. Nel 2012 siamo ancora a lavorare con un caldo soffocante che oltretutto allontana i clienti. Se poi si va nei magazzini c’è da mettersi le mani nei capelli. Quindi, se devo essere onesta, le blatte ci sono sempre state, non c’è nulla di nuovo». E il «nulla di nuovo», ancorché inquietante, è opinione diffusa tra i più. «Le blatte ci sono sempre state. Ci sono, sono brutte da vedere. Ma non si può fare nulla. L’importante è tenere sotto controllo i topi, quelli sì che sono pericolosi», dice Pierangelo Frigerio da dietro il bancone del suo bar. Gran parte dei commercianti intervistati, com’è evidente, appare ormai rassegnata alla presenza – favorita dalle condizioni della struttura – di ospiti indesiderati che resistono nonostante trappole di vario genere. Altri accettano la caduta degli standard igienici del Mercato rionale. Secondo Donato La Sala, «L’aspetto igienico deve venire prima di tutto, senza dubbi. Basta davvero poco. Anche un’imbiancata. Non abbiamo bisogno di milioni di euro per migliorare un luogo dal passato glorioso. Le blatte sono il risultato dello stato di degrado che non possiamo e non dobbiamo più accettare». Vi sono i disillusi e gli irriducibili, quindi. Nessuno però risparmia le critiche ai “padroni di casa”. Si avverte un diffuso malcontento nei confronti degli amministratori del passato e scarse aspettative rispetto alla giunta Lucini. «Il punto è sistemare la struttura – dice Giuseppe Favaro, la cui attività a conduzione familiare è stata aperta dal padre nel 1934 – io tengo il mio banco pulito, poi però se tutto il resto non è in buone condizioni le blatte non dipendono da me. Alla fine la colpa non è dei commercianti. La colpa è delle giunte che hanno promesso molto in campagna elettorale per poi non fare nulla. Può darsi che il nuovo sindaco, di un certo colore politico, sia in grado di fare qualcosa. Ma per adesso non voglio credere a nessuna delle loro promesse». Simile la risposta di Giulia Meroni, altra veterana del Mercato coperto. «Siamo qui da 40 anni – dice – Ormai stiamo per andare in pensione, ma penso ai giovani che devono iniziare questo lavoro. È necessario fare qualcosa, ma non si fa nulla». Occorre quindi inserire il Mercato rionale di Como all’interno di uno specifico piano di ristrutturazione per garantire standard igienici imprescindibili e trasformare la struttura rendendola preferibile a qualsiasi altra catena di grande distribuzione alimentare. «Qui ci si sveglia la mattina alle 4 per portare la prima qualità, la primissima scelta – dice Emilio Cilento – ma poi la gente arriva, non trova parcheggio, sente l’aria irrespirabile per il caldo. Ci credo che si rivolga ai centri commerciali. Lì la merce è diversa, sono diversi i sapori ma hai più servizi». Il biasimo degli operatori è per come l’area del Mercato è concepita. Area per cui «servirebbero carrelli, posteggi, banalmente un’imbiancata ai muri – è il parere di Arturo Enzo – Così stiamo andando indietro». Una constatazione che ovviamente non è l’unica. «Non è possibile che un cliente debba fare due, tre giri del quartiere, fare la spesa e poi trovarsi una multa da 80 euro per divieto di sosta – è la critica di Franco Bridaroli – Sotto alcuni aspetti, il Mercato è ancora funzionale, ma così si allontanano i consumatori». Matteo Congregalli

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