«Il Duomo si abbassa, è un fenomeno da non sottovalutare»

«Il Duomo si abbassa, è un fenomeno da non sottovalutare»

Martedì 05 Giugno 2012 Alberto Giussani, docente del Politecnico, si occupa del monitoraggio della cattedrale «In 27 anni il Duomo di Como si è abbassato di quasi un centimetro. Il fenomeno riguarda il versante Nord-Est della cattedrale. È un problema da non sottovalutare e che richiede un’attenzione costante». Parole del docente comasco Alberto Giussani, professore del Politecnico di Milano nella sede di Lecco. La questione si innesta nel più generale tema della subsidenza, che Giussani – docente di Topografia, Trattamento delle misure e Disegno dell’architettura – ben conosce, avendo lavorato “sul campo” un po’ ovunque in Italia, oltre che nel capoluogo lariano. Suoi sono i monitoraggi del Duomo di Milano, della Basilica di San Marco a Venezia, della Torre di Pisa e di varie chiese a Palermo. Per lui, stadie, quote e capisaldi non hanno segreti e sono parte integrante del colloquio che segue. Professore, ci aiuti a capire cos’è la subsidenza. «È il fenomeno di abbassamento del suolo su cui poggiano le strutture». Quando si è cominciato ad occuparsene a Como? «I primi studi nella nostra città risalgono al 1877. Poi sono stati effettuati controlli in epoche diverse: nel 1928, nel ’50 e nel ’55. L’attività relativa alla subsidenza ha però acquisito scientificità nel 1975. Da lì in avanti, grazie all’Igm, l’Istituto geografico militare, abbiamo dati certi. In seguito, tra il 1979 e il 1990, è stata ampliata l’area dei controlli». Quando ha incominciato a occuparsene lei personalmente? «Nel 1995, dopo una fase di stallo. La rete costituita nel 1990 dall ’Igm comprendeva 73 punti materializzati di base, i capisaldi dove si effettuano le quote, con linee che si estendevano in direzione di Camerlata, Chiasso, Cernobbio, Villa Geno, Bergamo. Io, dopo il lavoro necessario alla complessa ripartenza del monitoraggio, ne ho aggiunti una quarantina, soprattutto nelle zone più critiche, verso il lago». In che misura, a Como, il fenomeno della subsidenza è influenzato dalla presenza del lago? «Il fenomeno è originato dal terreno, Indubbiamente, però, il lago è un fattore importante. Detto con estrema semplicità, quando il suo livello si innalza e poi si abbassa porta via materiale… Io ho controllato per quindici anni la Basilica di San Marco a Venezia. Con la marea avviene lo stesso». Quando ha iniziato a occuparsi del Duomo di Como? «Nel 1985. E dal ’97, a Como, mi occupo soltanto del Duomo. Alcune fessurazioni hanno dato il “la” al sistema di monitoraggio. Inizialmente effettuavo due controlli all’anno; adesso uno solo. L’abbassamento di circa un centimetro, da allora a oggi, non va sottovalutato, anche se sono stati effettuati interventi di restauro nei sottotetti sostituendo alle capriate di legno il cemento armato. Sono state collocate grosse catene collegate ai piloni che sorreggono la cupola». Quali sono le tecniche di monitoraggio? «Essenzialmente quattro. Il più importante è il controllo altimetrico. C’è poi un controllo di verticalità delle strutture maggiori. Quindi le misure orizzontali con estensimetri. Da ultimo, la distanza tra le colonne, misurata a terra». Qual è la difficoltà maggiore che si incontra in una struttura come il Duomo? «Quella tipica di tutte le strutture antiche, vale a dire la mancanza di progetti. Mi spiego con un esempio: al contrario di quanto avviene con le dighe moderne, ci si deve basare sulle risultanze dei controlli nel tempo, il cosiddetto “storico”. Ripeto, il monitoraggio costante nel tempo è fondamentale perché un abbassamento significa che tutti i carichi finiscono per gravare sull’altra parte». Marco Guggiari