La città “Wi-fi free” è possibile. Può ripartire la sperimentazione

Venerdì 01 Giugno 2012 Installati nel capoluogo una decina di punti di accesso Como Wi-fi non solo è possibile. Ma facilmente realizzabile e a costo ridotto. Il sogno di cablare l’intera città così da avere a disposizione l’accesso gratuito alle Rete è già, in parte, una realtà. Di recente è stata eseguita una sperimentazione, poi sospesa a causa delle elezioni comunali, alla quale la nuova amministrazione potrebbe però riconnettersi quanto prima. Nei mesi scorsi Green Geek (associazione senza scopo di lucro che si batte per far riconoscere Internet come un diritto e formata da professionisti di varia estrazione, ndr), il laboratorio di creatività ComOn e Confindustria hanno infatti installato una decina di punti di accesso liberi (hot spot) nelle piazze principali e in alcune aree sensibili ai quali collegarsi mentre si passeggia per la città. «Si tratta di una tecnologia semplice da utilizzare e che può essere operativa in pochissimo tempo – dice Giovanni Frassi il referente di Green Geek per ComOn – Noi, dopo aver presentato il piano, non abbiamo fatto altro che collegare un antenna Wi-fi alla linea Adsl dei negozi che hanno voluto aderire. Così da dare a chi passa in centro la connessione aperta. E con i 150 euro necessari per l’antenna e un canone di 60 euro all’anno si sono coperte le aree principali del centro. In cambio era possibile far comparire un messaggio promozionale del negozio sul display dell’utente». Con le stesse modalità si potrebbe estendere la connessione Wi-fi anche al di fuori delle mura. «Il Comune di Como dovrebbe riprendere questa idea. È già in buona parte sviluppata, ha costi contenuti e può essere ampliata ulteriormente – interviene Mauro Lattuada coordinatore dei Green Geek – Poi esistono varie modalità. A partire da quanto già fatto, ovvero coinvolgendo gli esercizi commerciali». Traducendo: Palazzo Cernezzi potrebbe ampliare questa rete prendendo spunto dall’iniziativa preesistente e, ad esempio, pagare il canone (nella sperimentazione il costo fu a carico di Confindustria). I commercianti, invece, potrebbero farsi carico dell’acquisto delle antenne. «Si possono prevedere svariate modalità. In ogni caso il punto di partenza è buono. A Milano, sono stati installati oltre 1.200 hot spot. Ha aderito anche una grande catena di negozi. E il messaggio pubblicitario che compariva ha portato a un incremento dei clienti». Per realizzare una copertura ottimale in città sarebbero necessari una cinquantina di hot spot. «Non si tratta di un numero elevato. Inoltre, il Comune di Como potrebbe elaborare una mappa dei punti maggiormente sensibili, magari dal punto di vista turistico, e in base a ciò andare poi a coprire le vie e le aree relative – dice sempre Lattuada – La sostenibilità economica potrebbe rappresentare il solo ostacolo da superare. Ma il metodo esposto può essere utile. Anche perché se soltanto l’amministrazione, ad esempio, garantisse la cartellonistica pubblicitaria del progetto Wi-fi indicando chi ne ha permesso la realizzazione, si coprirebbero ampiamente i costi dei negozianti per l’antenna». Anche i tempi sarebbero ristretti, giusto il necessario per collegare le antenne e regolarle. Necessità basilare sarebbe poi coprire al meglio la zona di interesse perché solitamente la portata di un’antenna Wi-fi non supera i 200 metri. Distanza che però si dimezza se il segnale incontra un ostacolo. «L’idea è stata recepita anche in centinaia di piccoli paesi, molti anche della provincia di Como. Di Comuni completamente cablati ne esistono ancora molto pochi in Italia. Accade invece sempre più spesso che il nostro, o metodi simili, vengano utilizzati per coprire il monumento principale del territorio e alcuni edifici di importanza come il municipio», aggiunge Lattuada. Esiste anche un’altra tecnologia potenzialmente percorribile e più efficiente a livello di copertura della città: le reti Wi-fi che utilizzano hot spot radio che trasmettono da punti collocati in posizioni elevate e così in grado di raggiungere un’area molto più vasta di territorio. La Waylog, azienda lariana, è operativa in questo ambito. All’orizzonte intanto si intravvede l’arrivo di una nuova, ulteriore tecnologia. «Quella delle reti Lte, ovvero la tecnologia 4G, la quarta generazione di connessione con i telefonini e i tablet – dice Giovanni Menna, responsabile servizi web di Etv e Corriere di Como – Si è attualmente in fase di sperimentazione. Oggi usiamo il 3G, ma il 4G sarà molto più potente ed efficace, pure se attualmente nessun apparecchio è in grado di supportare il 4G». Fabrizio Barabesi