Parcheggi a pagamento in via Regina a Como: «Ci sentiamo traditi»

Parcheggi a pagamento in via Regina a Como: «Ci sentiamo traditi»

Mercoledì 28 Marzo 2012 La gente – C’è ancora incredulità tra chi ogni giorno cercava un posto libero lungo la via Regina E i commercianti della zona temono un drastico calo degli affari Incredulità e indignazione. A due giorni dalla “rivoluzione” della sosta in via Regina c’è infatti chi ancora non si è reso conto di dover pagare per lasciare l’auto in sosta davanti al cimitero e invece chi, forse perché già multato, è sul piede di guerra. Le persone che quotidianamente si recano al cimitero sono «arrabbiate» e «allibite». Si sentono «tradite» dopo essersi trovate di fronte a una simile mancanza di «lungimiranza e sensibilità». Il coro è unanime e sempre più forte: perché non prevedere la prima mezz’ora di sosta gratuita? Perché chiedere un obolo giornaliero ai tanti comaschi in visita ai loro cari? L’ultima mini rivoluzione dei parcheggi ha letteralmente fatto esplodere la rabbia dei tanti utenti della zona. Anche gli studenti della vicina Università dell’Insubria non sanno più dove andare a parcheggiare. I pochi negozianti della zona prevedono, in futuro, difficoltà per i loro affari. Ma ciò che più fa discutere è proprio la sosta a pagamento nella piazzetta José Maria Escrivá davanti all’ingresso del camposanto. Queste le tariffe: 50 centesimi per un’ora, un euro per due ore, 2 euro e 50 centesimi per 5 ore e 3 euro per la sosta giornaliera (di 12 ore). Quest’ultima somma è stata ideata per sostituire – anche se il costo è praticamente raddoppiato – la tariffa in vigore in Ticosa che era di 1,60 euro al giorno. E anche ieri mattina, secondo giorno dall’entrata in vigore delle nuove tariffe, la delusione era palpabile. «Purtroppo sempre più spesso le decisioni che sembrano le più semplici vengono ignorate – dice Roberto Bogni – In effetti poter avere mezz’ora a disposizione senza dover pensare al pagamento sarebbe utile». Negli ultimi mesi era già stata più volte ipotizzata una simile rivoluzione lungo questa strada. Nello scorso fine settimana, sono comparsi i cartelli di divieto di sosta in tutta la zona, per consentire di disegnare le strisce blu. E così nel giro di 48 ore sono spuntati i nuovi parcheggi. Sia sul lato sinistro della carreggiata di via Regina Teodolinda che nella piazza del cimitero e fino all’imbocco della Napoleona. «Non sono di Como, ma in effetti pensandoci un attimo sarebbe proprio l’ideale poter contare su mezz’ora o addirittura un’ora di sosta gratis – dice Elena Rossi, in arrivo da Milano – Peccato che nessuno ci abbia pensato». E mentre c’è chi sta già ipotizzando una raccolta firme, anche i dipendenti comunali si lamentano. «Potevano pensare a noi. Ci hanno solo comunicato il cambiamento e ora anche noi dobbiamo pagare – spiega Luigi Della Felba – Senza alcuna distinzione o agevolazione. Non mi sembra francamente un atteggiamento costruttivo». La sosta per i lavoratori, va infatti ricordato, è di 3 euro per 12 ore. E a lamentarsi sono anche i fioristi. «Ora diventerà sempre più difficile lavorare – dice il fiorista Pierangelo Rigamonti – Tutto sarà più scomodo». Anche perché «c’è chi magari ha anche una decina di dipendenti e può agevolmente superare questo ostacolo. Ma per chi lavora da solo come il sottoscritto, diventa impossibile dover scaricare e sistemare i fiori senza mettere in conto di spendere soldi per il parcheggio. C’è inoltre un solo posto riservato alle operazioni di “carico e scarico merci”. Non mi sembra giusto. Noi stiamo lavorando. Faccio questo mestiere da 40 anni e non mi era mai capitato un simile inconveniente», aggiunge sempre Pierangelo Rigamonti. «Si deve parlare di mancanza di attenzione nei confronti di chi, ogni giorno si reca al cimitero. Peccato. Si doveva procedere diversamente», interviene Mariella Quadri. «Il problema non è pagare 50 centesimi. Io li posso tranquillamente spendere – spiega Gaetano Musso – Non si tratta di soldi. A essere sbagliato è il concetto di partenza. Come si fa a pensare di “tassare” chi si reca al cimitero? Proprio non lo capisco». Anche perché «chi viene qui tutti i giorni, come me, lo fa per motivi spiacevoli. Chi prende simili decisioni dovrebbe prima cercare di immedesimarsi nelle persone come il sottoscritto», conclude Gaetano Musso. «La soluzione più comoda e in grado di accontentare tutti era a portata di mano – aggiunge Ambrogio Molteni – ma l’hanno ignorata. È profondamente ingiusto. Spero si possa tornare indietro e cambiare decisione». «Andrebbero garantiti più spazi bianchi. È più di un’ora che cerco un parcheggio – dice Alberto Pozzaglio – È una vera caccia al tesoro. Capisco lo stupore di chi deve andare al cimitero. In effetti garantire una fascia oraria gratuita poteva essere la soluzione ideale. Far scattare le tariffe dopo i primi trenta minuti – aggiunge – avrebbe risolto molti problemi che stanno nascendo». Fabrizio Barabesi