Non si deve demonizzare Internet, ma servono controlli

Non si deve demonizzare Internet, ma servono controlli

Domenica 25 Settembre 2011 Se l’orco è online La Questura indica come i genitori possano sorvegliare la navigazione dei figli Le forze dell’ordine sono da tempo attente alle nuove tecnologie di comunicazione. Il portale della polizia di Stato, ad esempio, è molto ben strutturato e rimanda anche a canali tematici sui maggiori social network. «Certo, Internet non deve essere visto solo come un possibile male – spiega il vicequestore aggiunto della Questura di Como, Ilaria Serpi – però è indispensabile il controllo». Per questo tipo di reati online o connessi con l’online come quello di Porlezza è competente la polizia postale. Ma quando si parla di giovani e di giovanissimi diventa fondamentale il controllo dei genitori. «Ci sono semplici regole che si possono seguire per ridurre al minimo i rischi di contatti pericolosi sulle chatline o i social network – spiega la dirigente della Questura – Ogni figlio che usa il computer è potenzialmente esposto a dei pericoli. Nelle chatline si può entrare in contatto con chiunque. Inoltre si possono camuffare età e identità molto facilmente. Purtroppo la cronaca ci dice che le intromissioni anche in siti considerati sicuri sono all’ordine del giorno. Internet è un terreno fertile per i pedofili, oltre che per i semplici molestatori. E dalla molestia al tentativo di violenza o alla violenza vera e propria il passo può essere breve, purtroppo». Quindi entrano in gioco i controlli. Sono i genitori che devono sorvegliare i propri figli e questo non significa che debbano stare sempre davanti al computer con loro. «Non sempre si può effettuare un controllo diretto – aggiunge la Serpi – ma sono in commercio particolari filtri che possono limitare la navigazione ad alcuni siti. Inoltre il consiglio è di controllare sempre la “cronologia” dei computer, in modo da individuare facilmente quali siano stati gli indirizzi visitati e per quanto tempo. Sotto una certa soglia di età consigliamo però la sorveglianza diretta. Un bambino di 10 anni non va lasciato solo davanti al pc. Diverso il discorso per un 15enne, perché si suppone che l’adolescente sia già stato messo in guardia dai possibile rischi. Il ruolo dei genitori insomma è sempre fondamentale. Servono dialogo e controllo». Il tutto naturalmente senza demonizzare Internet che rimane un mezzo di informazione straordinario. Paolo Annoni