L’USO SFRENATO DI INTERNET ANCHE IN VACANZA UNA “DIPENDENZA” DIVENUTA ORMAI INEVITABILE

Domenica 04 Settembre 2011 Risponde Renzo Romano: La villeggiatura estiva in montagna non consente l’uso di Internet quando non si è collegati al telefono fisso, servizio rifiutato da numerosi villeggianti per motivi economici (l’abbonamento è annuale mentre l’utilizzo massimo è di tre mesi) e di facile scollegamento dovuto ai frequenti temporali tipici delle località di montagna, specie adiacenti ai laghi come quelli lariani. L’inconveniente potrebbe essere superato su iniziativa dei Comuni montani, beneficiari, è bene ricordarlo, dell’Ici sulla seconda casa per dodici mesi, a fronte di un suo utilizzo parziale. Ma finora i Comuni attrezzati con i ripetitori sono pochi. La maggioranza di essi continua a rimandare la decisione. Bruno Mardegan Caro lettore, non riesco proprio a solidarizzare con lei nella sua lamentazione contro l’impossibilità di navigare in Internet a costi contenuti durante le sue vacanze in montagna. Paradossalmente io credo che lei dovrebbe invece ringraziare il cielo per la riacquistata libertà dalla schiavitù di Internet. Quindici giorni senza smanettare davanti a un computer, navigando da un punto all’altro del pianeta, credo sia un privilegio di cui lei dovrebbe approfittare. Anch’io, per motivi professionali, utilizzo frequentemente la rete: ciatto, clicco, mi collego, mando e ricevo e-mail, navigo qua e là in Internet, passo da Google a Virgilio… Ma durante le vacanze ne faccio un uso limitatissimo, mi collego solo quando è strettamente necessario o in via del tutto eccezionale. Vacanza è relax, stacco dalle preoccupazioni quotidiane, testa libera da pensieri, trasgressione (nei limiti della decenza e dell’età), agenda vuota di impegni, cellulare silenzioso, possibilità di godere del proprio tempo, dimenticare l’orologio. Credo che a questo stato d’atarassia si possa aspirare benissimo anche senza Internet, anzi, direi, solo senza Internet. È una sirena irresistibile Internet, una sirena che prima incuriosisce, poi affascina, infine cattura fino a rendere schiavi. Resistere è possibile solo rinunciandovi in partenza per atavica insofferenza nei confronti del computer, per l’obiettiva difficoltà del suo utilizzo, per il costo dell’abbonamento. Se si commette l’imprudenza di provare, magari solo per gioco o pura curiosità, allora è finita. Sale subito la febbre e ben presto si entra in un coma irreversibile. La guarigione impossibile. Caro lettore, in casa mia circolano diversi computer, quello di mia figlia (universitaria), naturalmente, il mio, che utilizzo per motivi essenzialmente professionali, e anche quello di mia moglie. Ex professoressa di latino, ora nonna felice, ha scoperto un giorno casualmente che su Internet si possono trovare perfino le ricette e, da allora, naviga felice per fortuna (dico io) in modo contenuto e limitato, forse anche grazie alla sua scarsa dimestichezza in termini di software e hardware. Da parte mia le lesino in modo sparagnino ogni forma di aiuto, limitandomi a intervenire solo quando il suo computer letteralmente “scoppia” di file, icone, immagini, catturate qua e là nei suoi viaggi senza meta e senso. Sia tuttavia ben chiaro che io sono favorevolissimo a Internet, purché se ne faccia un uso ragionato e motivato. Trovo del tutto scontata la sua straordinaria utilità per avere un’idea meno provinciale e limitata di tutto quello che succede nel mondo e per seguire in diretta i grandi avvenimenti nazionali e internazionali. Neppure sottovaluto il fenomeno “Facebook” quale prezioso ed efficace mezzo per recuperare vecchie conoscenze, trovarne delle nuove, scambiarsi opinioni. Tuttavia ci tengo a ribadire la necessità di un uso ragionato sia pure condito di fantasia e sana curiosità per le sue infinite applicazione per impedire che tale straordinaria opportunità si trasformi in patologica dipendenza comportamentale anche e soprattutto durante le vacanze. Le confido, caro lettore, una mia palese contraddizione. Mentre lei sta leggendo queste note in risposta alla sua lettera, io sono in vacanza a godermi il piacere della campagna e del mare in settembre. Portatile, chiavetta, posta elettronica ed ecco che una sdraio all’ombra di un ulivo diventa una scrivania di un austero ufficio e io posso replicare alle sue note. Questo permette la magia di Internet. Fino a pochi anni fa tutto questo era inimmaginabile, eppure si viveva lo stesso magari non peggio di oggi. Piuttosto che farsi ipnotizzare dal monitor si faceva una passeggiata o, addirittura, si leggeva un libro. Cose d’altri tempi! Per fortuna, o forse no.