Il primario: «I prossimi 3 giorni saranno quelli decisivi»

Attorno alla piccola Marisol si sono stretti ieri molti parenti e amici della famiglia La piccola Marisol è in coma farmacologico. È stabile, anche se «non è ancora fuori pericolo – dice Mario Barbarini, primario di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Sant’Anna – Rischia tuttora la vita. Il fatto però che le sue condizioni siano stazionarie rappresenta una, seppur lieve, nota positiva. Adesso bisognerà attendere le prossime ore e vedere come evolverà il quadro clinico». Poche parole che però servono per ravvivare la speranza. Marisol sta lottando per sopravvivere e intorno a lei si sono riuniti parenti e amici. A turno entrano nel reparto per vedere la piccolina e scambiare qualche parola con il papà, Rosario Lunetta, sempre presente fin dalle primissime ore del mattino a fianco della figlia. Il 21enne, stravolto dal dolore per la perdita della compagna Maria Soraya Annibale, non riesce a darsi pace. Uscito con qualche ammaccatura dall’incidente nel quale, martedì scorso, ha perso la vita la sua donna, non abbandona mai la piccola figlia, nata a bordo dell’ambulanza che trasportava la giovane mamma in ospedale dopo lo schianto fatale. Anche lui è ricoverato al Sant’Anna per un trauma cranico. «Era brava e bella», sussurra con un filo di voce Rosario Lunetta, il giovane papà che porta sempre con sé una foto di Maria. Insieme con lui, all’ospedale Sant’Anna, c’è il nonno della bambina (e papà di Rosario), Salvatore Lunetta. «Siamo in attesa. Speriamo in un miglioramento costante – dice Salvatore Lunetta – Stiamo attraversando momenti difficili e dolorosi. Prego Dio di lasciarci la bambina. Dopo il dolore per la perdita di Maria speriamo di poter presto parlare di pericolo scampato per la piccola». Sempre in mattinata è poi arrivato un nuovo aggiornamento medico. «In queste ore dobbiamo affrontare due emergenze principali. Monitoriamo innanzitutto la respirazione. Ora la piccola respira in prevalenza grazie all’aiuto delle macchine – aggiunge sempre il primario del reparto comasco, Mario Barbarini – E finché sarà così non si potranno verificare con esattezza le sue reali condizioni». Ma non solo. «L’aspetto neurologico è quello che, in simili circostanze, preoccupa maggiormente – continua Mario Barbarini – Bisognerà infatti capire per quanto tempo non è arrivato ossigeno al cervello della bambina. Stiamo ovviamente mettendo in essere tutte le terapie appropriate per far riposare il cervello così da poter ridurre al massimo i danni. La prognosi non può che rimanere comunque sempre riservata». Già in queste ore si sta provvedendo ad «abbassare di qualche grado la temperatura corporea della bimba – dice il primario – così da non affaticare eccessivamente il corpo già provato. Poi tra un paio di giorni la riporteremo a quella normale e vedremo come reagirà». Alla domanda se si possa o meno essere ottimisti, il primario non si sbilancia. «L’ottimismo non è una caratteristica che ci è propria – spiega sempre Mario Barbarini – posso soltanto dire che i prossimi giorni saranno quelli decisivi. Se le condizioni continueranno a essere stazionarie e senza complicazioni, entro 2 o 3 giorni si potrà essere più precisi. Per il momento il quadro clinico è quello che vi ho illustrato. E allo stato attuale, purtroppo, Marisol rischia ancora di non sopravvivere». Ieri mattina, all’ingresso del padiglione del Sant’Anna dove Marisol, alimentata tramite endovenosa, sta combattendo per rimanere aggrappata alla vita, sono arrivati numerosi parenti della coppia, originaria di un paese in provincia di Messina, San Cataldo. Paese dove i due giovani avevano già programmato di battezzare la figlia attorno alle festività del Natale, organizzando una festa insieme con la famiglia. Sogni infranti dopo il terribile schianto di martedì notte contro una vettura con a bordo cinque giovani di Ronago di età compresa tra i 16 e i 18 anni. Intanto, a carico del conducente, appena maggiorenne e negativo ai test per alcol e droga, è stato aperto un procedimento per omicidio colposo. In ospedale non ferma il via vai di amici e conoscenti. «Ho visto la piccola, sono veramente addolorato – dice un cugino della vittima dell’incidente, arrivato da Torino – Sono senza parole, è impossibile commentare una simile tragedia. Un dolore immenso che ha però generato una vita». La povera Maria Soraya Annibale, giunta ormai alla 36esima settimana di gravidanza, poco dopo lo schianto è andata in arresto cardiaco. Il medico rianimatore del 118, Francesca Gatti intervenuta sul posto, ha deciso, durante la corsa in ospedale, di effettuare un parto cesareo che ha portato alla luce Marisol. «Preghiamo tutti insieme per lei», ha invocato un parente della vittima poco prima di entrare in reparto. Fabrizio Barabesi