Il Lario in cartolina

ICONOGRAFIA – Le tendenze del mercato e le rarità d’epoca che non fanno dormire i collezionisti Danno, intatto, il sapore della storia che fu. Furono stampate, e spedite, in un’epoca in cui erano fantascienza il fax e l’email, e anche il telefono non era alla portata di tutti. Erano gli equivalenti degli sms, dei Twitter e dei Facebook di oggi. E sono contese, spesso a caro prezzo, sul mercato. Sono le cartoline di Como, di cui Enrico Levrini, 46enne, ha una sterminata collezione. La passione gli è nata in tenera età, raccogliendo figurine, marca Panini e non solo. Ne ha molto rare, specie dell’asso di San Bartolomeo, il calciatore Gigi Meroni. Dall’iconografia del pallone alle cartoline il passo è stato breve, e questo interesse gli fa macinare chilometri in Italia e in Europa, spesso abbinando appuntamenti di lavoro (opera nel campo dell’ortodonzia) e di passione. E dalla collezione sono nati i suoi libri strenna, piccole oasi ricavate dopo lunghe ricerche in un mare magnum di migliaia di cartoline – più di 3mila solo della città di Como. Dopo varie mostre e pubblicazioni di grande formato, Levrini sta ora lavorando su più fronti: collabora a un prossimo libro sulla storia della “Canottieri Lario”, a una pubblicazione sull’eroe del calcio di Villa Guardia Luigi Cevenini e sul 140° della Comense che uscirà nell’anno delle Olimpiadi, il 2012. Inoltre sta raccogliendo cartoline inedite (un centinaio) per una prossima pubblicazione a proprio nome. Ma il vero obiettivo è scrivere un libro definitivo sull’iconografia delle Esposizioni Voltiane del 1899 e del 1927: «Sono stati eventi straordinari per la città, non ancora sondati come meritano. C’è moltissimo materiale da studiare», dice. Ma come va il mercato della cartolina lariana, in tempi di crisi? All’inizio del XX secolo questo genere di pubblicazioni spopolò in Svizzera, Francia e Germania. E Como era la piccola “California d’Europa”. La cartolina era il mezzo più semplice ed efficace per raccontare una vacanza, trasmetterne i sapori e i ricordi in un giro di frase. Uno dei pezzi più rari della raccolta Levrini è la cartolina che ritrae la fontana di Camerlata di Radice e Cattaneo, a Milano. Ma ogni esemplare racchiude un mondo, un vero e proprio “lessico famigliare”, è la tessera di un romanzo. Tra i pezzi ancora da trovare, Levrini mette ai primi posti la cartolina promozionale della mostra di Umberto Boccioni a Brunate del 1909. È il pezzo che gli manca e non lo fa dormire. Vale dai 1.500 ai 2mila euro. «Ultimamente ne ho anche trovata una falsa, risalente agli anni 70-80 del ’900 – dice – L’originale invece è un’opera d’arte, non una semplice cartolina. È contesa negli Usa, in Australia. Ce ne sono solo 12 esemplari conosciuti». Altra chimera è la cartolina che commemorò la prima mostra di cartoline in piazza Cavour a Como, nel 1905. «Sono pezzi introvabili oggi», dice l’esperto. Ma la cartolina è un bene rifugio per chi ha saputo investire: «Quelle comprate 10 anni fa a 300-500 euro ora hanno prezzi quasi raddoppiati», dice Levrini. Le più care? «Quelle con inserto in seta dell’Esposizione Voltiana del 1899 si stanno esaurendo, non se ne vedono in giro da una decina d’anni. E valgono dai 300 ai 400 euro. Introvabili anche le cartoline dell’Esposizione del ’27 stampate dalla Italcable, contese pure dai collezionisti di storia postale e comunicazioni». E per chi volesse iniziare? «Con 30-50 euro si possono portare a casa pezzi per una collezione dignitosa». E le tendenze? «Oggi sul mercato stanno avendo un’impennata le cartoline fotografiche, realizzate partendo da album privati: sono in tirature limitatissime e possono rivelare scorci inediti. Se una classica famigliola sul lago viene via a 10 euro, un monumento, un’esondazione del lago o una demolizione dell’antico quartiere della Cortesella, tanto per fare due esempi, vale dagli 80 ai 100 euro. E un altro notevole boom lo fanno registrare le cartoline degli anni Cinquanta, con quotazioni dai 30 ai 40 euro a seconda del soggetto». Lorenzo Morandotti